Sono diverse le opere di Giuseppe Terragni da ricordare, sia a Como che in altre zone: l'eredità artistica dell'architetto.
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Il Novocomum di Como
Giuseppe Terragni, CC BY-SA 3.0 / Wikimedia Commons
Gabriella Dabbene (Collaboratore di idealista news)

L'architettura moderna italiana trova in Giuseppe Terragni uno dei suoi massimi interpreti: architetto visionario vissuto appena 39 anni, ha lasciato un'impronta indelebile nel panorama del Novecento. Tra il 1926 e il 1943 ha realizzato edifici dalla straordinaria intensità progettuale, ognuno dei quali rappresenta una riflessione profonda su spazio, forma e funzione. Le opere di Giuseppe Terragni sono manifesti costruiti di un'idea nuova di architettura, capaci ancora oggi di interrogare e ispirare.

Giuseppe Terragni e la nascita del razionalismo italiano

Il razionalismo italiano nasce nel 1926 con la fondazione del Gruppo 7, collettivo di giovani architetti neolaureati al Politecnico di Milano. Insieme a Terragni, ne fanno parte Luigi Figini, Gino Pollini, Carlo Enrico Rava, Guido Frette, Sebastiano Larco e Adalberto Libera. Il manifesto pubblicato sulla rivista Rassegna Italiana tra il 1926 e il 1927 delinea i principi fondamentali: superare l'eclettismo decorativo e promuovere funzionalità e razionalità costruttiva, ma senza rinnegare la tradizione italiana.

"Non vogliamo negare il passato, vogliamo comprendere il presente per costruire l'avvenire": questa frase sintetizza l'approccio del movimento che, a differenza delle avanguardie più radicali, cerca un equilibrio tra modernità e memoria, tra innovazione tecnica e sensibilità culturale.

Le esposizioni e la nascita del MIAR

Nel 1928, con la Prima Esposizione Italiana di Architettura Razionale a Roma, nasce il MIAR (Movimento Italiano per l'Architettura Razionale), che amplia il gruppo originario includendo architetti come Pietro Aschieri, Mario Ridolfi e Gino Levi-Montalcini. Il razionalismo si consolida così come movimento nazionale, in dialogo con il Bauhaus tedesco e Le Corbusier, ma con un'identità propria.

Terragni si distingue per una visione più introspettiva: mentre alcuni colleghi privilegiano l'aspetto tecnico-funzionale, lui indaga sulla dimensione poetica dello spazio. Luce, percezione, esperienza sensibile: l'architettura diventa per lui pensiero astratto e forma simbolica.

L'asilo Sant'Elia di Como
K.Weise, Pubblico dominio / Wikimedia Commons

Le più importanti opere di Giuseppe Terragni

La produzione di Giuseppe Terragni, benché limitata dalla brevità della sua carriera, comprende delle opere fondamentali per la storia dell'architettura moderna.

Casa del Fascio, Como (1932-1936)

Il capolavoro assoluto di Terragni è la Casa del Fascio a Como, un prisma perfetto di 33 m di lato per 16,6 m di altezza, rivestito in marmo bianco di Carrara. La struttura a telaio in cemento armato coincide con la partitura compositiva: la griglia modulare è un impianto statico e un codice visivo insieme; le ampie superfici vetrate creano trasparenza tra interno ed esterno, rivoluzionando il concetto di edificio pubblico.

La Casa del Fascio non è una fortezza del potere, ma una "casa di vetro" accessibile e razionale. L’edificio, che Bruno Zevi definì “la pietra miliare dell'architettura europea”, oggi ospita la Guardia di Finanza.

opere di Giuseppe Terragni
La casa del fascio a Como - August Fischer CC BY-ND 2.0 Flickr

Novocomum, Como (1927-1929)

Il primo edificio residenziale di Terragni fu costruito per la società immobiliare Novocomum. Quest'opera scatenò non poche polemiche, poiché il progetto approvato dal Comune era in stile neoclassico, ma quello poi realizzato si rivelò decisamente moderno.

L'edificio mescola il linguaggio espressionista tedesco e il costruttivismo sovietico, con soluzioni d'angolo che riprendono modelli come il circolo operaio Zuev di Mosca. Le forme cilindriche alternate a quelle cubiche, i contrasti cromatici e materici segnano una ulteriore rottura con la tradizione.

Asilo Sant'Elia, Como (1936-1937)

Progettato come spazio educativo per l'infanzia, l’asilo Sant’Elia è un esempio di architettura sociale di straordinaria sensibilità, e anticipa i temi della pedagogia contemporanea. Volumi puri, grandi superfici vetrate, arredi integrati progettati letteralmente a misura di bambino: una vera "macchina educativa" che accoglie e stimola i suoi piccoli ospiti.

L'edificio esprime la dimensione etica dell'architettura di Terragni, la sua capacità di coniugare innovazione formale e responsabilità sociale, ma purtroppo versa oggi in stato di abbandono.

Altre opere significative

Per comprendere appieno il contributo di Giuseppe Terragni al mondo dell’architettura, è importante tenere in considerazione anche:

  • casa Rustici, Milano (1933-1935): progettata con Pietro Lingeri, è tra i primi esempi riusciti di edilizia residenziale moderna in Italia. Si distingue per le volumetrie essenziali e la presenza di logge e vetrate sulla facciata principale, e mostra un perfetto equilibrio tra funzione e qualità formale.
  • Monumento ai Caduti, Erba (1928-1932): una composizione astratta giocata su volumi intersecati, dove memoria e dolore si traducono in geometrie essenziali; originariamente ospitava un altorilievo di Lucio Fontana.
  • Villa Bianca, Seveso (1936-1937): uno splendido esempio di architettura residenziale privata, con elementi sospesi e pareti portanti adattate alle aperture vetrate.
  • Danteum, Roma (1938, progetto incompiuto): è il testamento intellettuale di Terragni, un monumento allegorico alla Divina Commedia con un percorso architettonico che doveva rappresentare Inferno, Purgatorio e Paradiso attraverso luce, materiali e proporzioni; purtroppo non è mai stato realizzato.
Il monumento ai Caduti della Prima Guerra Mondiale ad Erba (Como)
Stefano Ripamonti (Stefano86 on Wikipedia.it), Pubblico dominio / Wikimedia Commons

L'eredità di Terragni nell'architettura contemporanea

Giuseppe Terragni rappresenta ancora oggi una lezione fondamentale di metodo e visione: la sua capacità di coniugare razionalità costruttiva e tensione lirica, ordine geometrico e libertà espressiva, ha influenzato generazioni di architetti, da Carlo Aymonino ad Aldo Rossi.

Il suo approccio all'architettura come disciplina etica e intellettuale, non solo tecnica, è straordinariamente attuale ancora oggi. Terragni concepiva ogni progetto come strumento di pensiero, come forma che diventa linguaggio; l'apertura alla cultura umanistica che traspare nei suoi progetti è dimostrata anche dalla sua amicizia con scrittori e filosofi come Cesare Pavese e Antonio Banfi.

Riscoprire Terragni significa interrogarsi sul ruolo dell'architettura nella società: le sue opere dimostrano come rigore progettuale e sensibilità poetica possano convivere, come la trasparenza possa diventare valore civile, come lo spazio pubblico possa essere espressione di una comunità.

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