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Tari, dimmi dove vivi e ti dirò quanto dovrai pagare per la tassa sui rifiuti
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Mentre per molti si avvicina una delle scadenze per il pagamento della Tari, il Servizio Politiche Territoriali della Uil ha fatto alcuni calcoli e ha offerto un quadro su quanto costa la tassa sui rifiuti. In particolare, è emerso che dal 2014 al 2017 il balzello è aumentato mediamente dell’1,1%, ma tra il 2016 e quest’anno è diminuito dell’1,8%. E il costo medio nel 2017 sarà di 295 euro annui.

In particolare, tra il 2014 e il 2017, ovvero in 4 anni dalla sua nascita avvenuta con l’istituzione della Iuc (Imposta unica municipale), la Tassa sui rifiuti (Tari), è aumenta mediamente dell’1,1%, mentre nell’ultimo anno si assiste a una diminuzione pari all’1,8% sul 2016.

Guglielmo Loy, segretario confederale Uil, ha spiegato che “in valori assoluti le famiglie italiane verseranno nel 2017 nelle casse comunali 295 euro medi, a fronte dei 300 euro dello scorso anno e dei 292 euro versati nel 2014”.

Sono questi i calcoli della Uil Servizio Politiche Territoriali, effettuati elaborando i costi in 100 città capoluogo di provincia, per una famiglia con una casa di 80 mq e 4 componenti, con reddito Isee di 17.812 euro.

Loy ha poi spiegato che in valori assoluti nel 2017 il costo maggiore si registra ad Agrigento con 474 euro l’anno a famiglia; a Pisa se ne pagano 473 euro; a Benevento 470 euro; a Siracusa 466 euro; a Salerno 462 euro. Si paga un po’ meno a Belluno (150 euro medi a famiglia); a Novara (165 euro); a Macerata (175 euro); a Vibo Valentia (178 euro); a Brescia (179 euro).

Per quanto riguarda le grandi città, a Reggio Calabria la tariffa sui rifiuti pesa 461 euro medi a famiglia; a Cagliari 447 euro; a Napoli 436 euro; a Bari 362 euro; a Venezia 351 euro; a Genova 339 euro. Si paga un po’ meno a Bologna (229 euro medi); a Firenze (244 euro); a Palermo (274 euro); a Roma (308 euro); a Milano (323 euro); a Torino (329 euro).

Nel corso dell’ultimo anno la Tari aumenta in 37 città tra cui Torino, Genova, Venezia, Firenze e Bari; rimane stabile in 25 città, tra cui Napoli, Bologna, Cagliari e Reggio Calabria; diminuisce in 38 città, tra cui Milano, Roma e Palermo.

Nel dettaglio, tra il 2016 e il 2017, a Chieti l’aumento è del 27,2%; a Torino, anche per l’effetto dell’abolizione delle agevolazioni l’aumento è del 25,9%; ad Agrigento del 13,9%; a Foggia del 7,1%; a Cesena del 7%. Viceversa, a Pavia nell’ultimo anno si assiste a una diminuzione dell’11,8%; ad Avellino del 9,6%; ad Alessandria del 6,6%; a Bolzano del 5,3%; a Grosseto del 5%.

Nelle grandi città (capoluogo di Regione) invece la Tari aumenta del 25,9% a Torino; del 5,7% a Genova; del 5,1% a Venezia; del 4,6% a Bari; dello 0,4% a Firenze. Rimane invariata a Bologna, Napoli, Reggio Calabria e Cagliari; mentre diminuisce dell’1,5% a Roma; dello 0,6% a Palermo e dello 0,4% a Milano.

Nello specifico, tra il 2014 e il 2017 a Matera l’aumento medio è stato del 49,4%; a Cremona del 43,4%; a Brindisi del 40,4%; a Torino del 34,1%; ad Ascoli Piceno del 28,8%. Diminuisce, invece, sempre nello stesso periodo del 15,9% ad Avellino; del 13,4% a Pavia; del 12,6% a Belluno; del 12,3% a Macerata; del 10,9% a Palermo.

Per quanto riguarda le grandi città sempre tra il 2014 e il 2017, a Bari l’aumento medio è del 17,5%; a Venezia del 9,5%; a Firenze del 6,2%; a Genova del 5,5%; a Reggio Calabria del 4,4%; a Bologna del 3%; a Milano dello 0,5%. Diminuisce, invece, del 10,9% a Palermo; del 6,9% a Cagliari; del 4,7% a Roma e del 2,7% a Napoli.

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