
Via libera alle richieste di rimborso dopo la sentenza della Corte Costituzionale che riapre alla esenzione Imu per i coniugi con diversa residenza che vivono in due Comuni diversi. La sentenza 209/2022 apre infatti la strada alle possibili istanze da parte dei contribuenti, con buona pace dei controlli da parte dei Comuni. Ecco cosa succede ora.
Imu sulla casa del coniuge, possibile il rimborso
Secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, fatte salve le situazioni già definite (per le quali già sono decorsi i termini), per accertamenti ancora in corso ci si potrà appellare alla pronuncia della Corte per far valere una istanza di rimborso. La pronuncia ha infatti stabilito che qualsiasi possessore di immobili possa avere esenzione Imu a patto di avere residenza anagrafica e dimora abituale nella casa, anche se il convivente o coniuge ha residenza e dimora in un’altra abitazione, anche se nello stesso Comune.
Se quindi qualcuno ha versato l’Imu per la casa in cui l’altro coniuge ha residenza e dimora, o addirittura per entrambe le abitazioni, negli ultimi cinque anni, può chiederne il rimborso. La circostanza frena quindi gli accertamenti comunali in corso.
Imu sempre dovuta per le seconde case
La sentenza tuttavia non influisce sulla necessità di versare l’Imu sulle seconde case; se quindi non sarà possibile stabilire con certezza che in una delle due case un coniuge non abbia realmente la residenza, ma si tratti solo di uno stratagemma per mascherare una casa vacanza, allora si dovrà continuare a versare l’Imu. Per stabilirlo faranno fede le utenze, solitamente diverse se si tratta di una prima o di una seconda casa.
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