Commenti: 0

Volgendo uno sguardo alla situazione occupazionale delle donne proprio in occasione dell’8 marzo, quel che emerge è tutt’altro che rassicurante. Bassa percentuale di occupazione femminile, carriere discontinue, difficoltà per chi diventa madre e rischi per le pensioni sono alcuni degli elementi che fanno scattare il campanello d’allarme.

L’Osservatorio statistico dei Consulenti del Lavoro ha evidenziato che “carriere discontinue e orario di lavoro ridotto rendono la pensione delle donne un miraggio, poiché non consentono di alimentare in modo continuo le loro posizioni previdenziali. La gestione dei tempi di lavoro e di cura dei figli rappresenta una dimensione rilevante per il tema dell’occupazione femminile. Le donne con almeno un figlio fanno registrare un tasso di occupazione inferiore di oltre 15 punti percentuali rispetto a quello delle donne senza figli. Al crescere del numero di figli diminuisce proporzionalmente il tasso di occupazione femminile”.

Per quanto riguarda il tasso di occupazione delle donne senza figli (70,8%), questo scende di oltre 8 punti per le mamme con un solo figlio (62,2%), di oltre 18 punti in caso di due figli (52,6%) e di oltre 22 punti percentuali (39,7%) nel caso di almeno tre figli.

Differenti anche le modalità lavorative: il 40,1% delle mamme fra 25 e 49 anni è impiegata a tempo parziale (contro il 26,3% delle donne senza figli), mentre il part time per gli uomini è una condizione residuale che non arriva al 10%.

Per le donne laureate, “la maternità non ha un impatto così significativo sulla partecipazione al mercato del lavoro come invece per le donne con il diploma o la licenza media, ma l’assenza di una vera rete pubblica di protezione sociale, il lavoro rappresenta un lusso per le donne, poiché molto spesso lo stipendio non basta a coprire le spese sostenute per l’asilo nido ed i servizi di baby-sitting”.

Anche con l’aumentare del numero di figli i livelli occupazionali delle donne laureate restano superiori al 70% perché una maggiore disponibilità di risorse economiche, legata a stipendi più alti, permette di ricorrere ai servizi privati per l’infanzia.

Le cose cambiano per le diplomate e per le donne con la sola licenza media. Fra le donne diplomate che hanno almeno un figlio l’occupazione scende al 59,4%. Fra le mamme con licenza media, il tasso di occupazione scende ulteriormente di quasi 17 punti percentuali (35%) se sono mamme. Per le madri di famiglie numerose (con oltre 2 figli) meno istruite, il tasso di occupazione arriva a livelli minimi (23,6%). In questi casi, “i costi sostitutivi alla cura dei figli (asili nido e baby-sitter) non sono coperti dai livelli di reddito delle donne con medio o basso livello di istruzione”.

Vedi i commenti (0) / Commento

per commentare devi effettuare il login con il tuo account

Pubblicità