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Dopo lo sviluppo immobiliare di Porta Nuova e l'era di Manfredi Catella, il gruppo americano Hines è tornato a investire in Italia sotto la guida del nuovo country manager Mario Abbadessa, responsabile delle recenti operazioni per l'acquisto del palazzo di Sorgente e della sede milanese di Gucci.  Intervistato da idealista news, Addadessa illustra la nuova policy del gruppo, improntata all'estrazione di valore degli edifici storici in un'ottica industriale. Afferma, inoltre, che il mercato italiano, seppur molto interessante, è spesso incomprensibile per gli investitori esteri.

Quali sono le opportunità di investimento del gruppo Hines nel nostro Paese?
 Noi vediamo un'opportunità nella qualità, nell'estrazione di valore dagli edifici esistenti, sia con una destinazione classica, sia di street retail. Crediamo molto in questo, perché si tratta di un'operazione scollegata dall'economia locale. La destinazione dei nostri investimenti è più che altro orientata al permanent location, con un'estrazione di valore dal fabbricato in un'ottica industriale e in un orizzonte di medio e lungo periodo.

"Non facciamo mai investimenti sfruttando il momento macroeconomico del mercato di riferimento, ma abbiamo un approccio che chiamiamo 'bottom up', quindi partiamo dal basso, da un'estrazione di valore dell'immobile, incrementiamo il valore lasciando un margine per i nostri investimenti. Dopo una fase di sviluppo immobiliare, adesso vediamo una grande opportunità nel riutilizzo di edifici storici in centro, ovviamente trasformati con delle caratteristiche più in linea con le esigenze del mercato internazionale".

Ma quali sono oggi i mercati più interessanti per gli investitori? "Se parliamo degli uffici senza dubbio Milano è la calamita del mercato italiano, mentre per quanto riguarda l'high street si sono aperte piazze interessanti come a Firenze, Roma, Bologna - e crediamo anche un domani a Napoli - che non sono legate all'economia locale, ma a un flusso turistico che importa ricchezza da fuori".

Quali invece gli ostacoli per chi voglia investire in Italia? "
Il mercato italiano presenta delle barriere all'ingresso troppo elevate rispetto agli altri mercati e il 90% di queste è dato dalla complessità normativa. Non c'è mai una disciplina chiara, unica, costante. La due diligence di un immobile in Italia costa il doppio rispetto ad una realizzata in Germania per i costi legali di analisi e fiscali, per i tecnicismi che rendono il mercato troppo difficile da comprendere agli occhi degli investitori esteri".

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