L'ottimismo per il 2011 viene dall'elevata fiducia delle famiglie italiane (23%) nell'investimento nel mattone. Così assoedilizia nel suo rapporto della situzione del mercato immobiliare italiano a conclusione del 2010 vede una ripresa per l'anno prossimo che chiuderà il triennio negativo. Ancora due, però, le spade di damocle che rischiano di affossare i miglioramenti. Ecco alcune proposte dell'associazione per aumentare le potenzialità del mercato
Se il 2010, infatti, vede le città di Milano, Torino, Genova, Bologna, firenze e Palermo chiudere con un incremento delle vendite; al nord il mercato residenziale ha registrato un aumento delle compravendite del 2,5%, al centro di oltre l'1%; al sud invece c'è stato un calo del 14%: questo significa secondo assoedilizia diverse disponibilità di risorse per rispondere alla crisi
Il fenomeno che invece accomuna tutte Italia è l'incremento delle compravendite nei capoluoghi e un calo nella provincia. A giudare la classifica è Milano con un +20%, seguono Roma con un 14%, Bologna con un 7%, Genova 1,5%, mentre in calo Torino con un meno 2,5%, Firenze con un 7,5% e Palermo con 10,6%
Affitti: secondo assoedilizia è rimasta invariata nel 2010 la redditività degli immobli in locazione, stabile al 4,9% lordo che si riduce a meno dell'1,5% al netto dell'attuale tassazione. Aumento, al contrario delle morosità nelle locazioni soprattutto nel settore diverso dall'abitativo (negozi, locali, attività artigianali, conseguenza questa che secondo l'associazione è dovuta alla crisi economica
Sofferenze: a soffrire maggiormente, nonostante i tassi sui mutui ai minimi sono gli alloggi sotto i 250mila euro, fascia "povera", giovani ed immigrati, la più duramente colpita dalla crisi
Proposte: secondo assoedilizia ci vuole inanzitutto una accorta politica per la casa, nazionale e locale, abbattendo tassazioni inique ed elevate; introduzione di incentivazioni sul modello delle destrazioni irpef; detassazione degli investimenti virtuosi
Tassazione dell'immobile in base al reddito che produce e non per il suo valore di mercato; equiparazione della tassazione dei redditi immobiliari a quella delle rendite finanziarie; formule per l'agevolazione della locazione e una collaborazione tra operatori pubblici e privati
Rinnovamento degli accordi proprietari-inquilini sul contratto di locazione agevolato; iniziative a costo zero per i bilanci pubblici: regolarizzare e rendere abitabili capannoni e laboratori dismessi, sempre più apprezzati nelle grandi città, per giovani coppie o studenti universitari
Se ti ha interessato questa notizia, leggi anche: nomisma, previsioni immobiliari per il 2011
30 Commenti:
Gli ne do uno io, ad assoedilizia, di buon proposito. Comincino ad aver presente, ben presente, che un alloggio di fascia povera da 250.000 euro è un alloggio da mezzo miliardo di lire. Una volta capito questo saranno già a buon punto
Certo che comprano all'estero dove la bolla dai massimi e gia' scoppiata,qua in Italia con i prezzi che ancora sono alle stelle e il reddito procapite a picco, c'è poco da sperare su una ripresa immobiliare, l'unico modo per fare riprendere il settore e' un ridimensionamento dei prezzi altre vie non ce ne sono. Ben vengano le tasse sugli immobili sfitti, gli speculatori devono rivolgere le loro attenzioni su altri mercati.
"Certo che comprano all'estero dove la bolla dai massimi e gia'scoppiata..." non stanno comprando a las vegas o detroit, ma a parigi al prezzo minimo di 5mila al mq. "..I prezzi che ancora sono alle stelle.." i prezzi sono sempre troppi alti per chi non se li può permettere. "Il reddito procapite a picco.." il reddito procapite è costante, idealista ne ha pubblicato qualche giorno fa. L'unico modo per fare riprendere il settore il settore è "ripreso", ossia ha conosciuto un picco di domanda in ragione dei mutui facili al 120%. E non in virtù di un crollo dei prezzi. Ovviamente è meglio non auspicarsi che questo si ripeta. Diversamente, significerebbe un ri-aumento dei prezzi. Meglio gufare su un crollo dell'economia nazionale. "Ben vengano le tasse sugli immobili sfitti, gli speculatori devono rivolgere le loro attenzioni su altri mercati." che tradotto signifca..che nessuno compravenda così io potro acquistare qualcosina a prezzi stracciati. Ma gli speculatori sono, naturalmente, sempre gli altri..
"...ben vengano le tasse sugli immobili sfitti, gli speculatori devono rivolgere le loro attenzioni su altri mercati..." le vittime siamo noi che viviamo in un sitema che favorisce la fuga dei capitali invece di incentivarne l'arrivo. Siamo arrivati al punto che il 10% delle famiglie hanno in tasca il 50% della ricchezza, le sembra normale? tradotto in cifre è quasi nulla, ossia 4,7 immobili a famiglia ricca. Il 20-22% del patrimonio immobilaire nazionale appartiene al vaticano. I veri ricchi d'Italia sono i preti.
"..Ci dica lei cosa si dovrebbe fare per evitare questa anomalia dal momento che pensa che tassare le case vuote non sia una soluzione?.." le famiglie che vivono in affitto sono solo 4 milioni circa. Gli alloggi disponibili ad affitto "politico" sono almeno 2 milioni. Dei rimanenti 2 milioni fanno parte moltissimi stranieri che non hanno alcuna velleità immobilaire, in quanto pensano, presto o tardi, di ritornarsene a casina propria. La somma di tutto questo porta a congetturare che in alcune aree c'è penuria di abitazioni economiche. E di questo si deve far carico lo stato non il privato. In altri paesi europei non si tassano gli sfitti, più semplicemente si aiuta a pagare l'affitto con un assegno mensile. In Italia, se dovesse mai succedere, i soldi andrebbero perà dati al locatario, diversamente una bella fetta di inquilini si incasserebbe l'assegno per poi risultare comunque e totalmente insolventi.
Bene quindi l'immobiliare va bene, i prezzi sono idonei alla domanda e i pezzenti (ormai tutti i lavoratori dipendenti) devono farsene una ragione e scordarsi una casa. Non c'è che dire il discorso non fa una piega, l'unica cosa che non mi spiego e' perché tutti si lamentano compratori, venditori, agenti immobiliari, costruttori.
"...bene quindi l'immobiliare va bene.." mediamente, non va nè bene nè male..è stabile...così dicono i numeri... " i prezzi sono idonei alla domanda" nel 2010, in più di 600mila casi, domanda è offerta si sono incontrati. "..I pezzenti (ormai tutti i lavoratori dipendenti) devono farsene una ragione e scordarsi una casa..." in termini di numeri non è e non può essere così. si vuole omogeneizzare quanto è di fatto più che multiforme.. ".. L'unica cosa che non mi spiego e' perché tutti si lamentano.." i venditori perchè avrebbero voluto spendere di meno, i venditori perchè sarebbe piaciuto realizzare di più. gli agenti perchè avrebbero voluto trattare un maggior numero di intermediazioni. Gli unici ad averne titolo sarebbero quei costruttori che, drogati dalla bolla, hanno costruito troppo e male. Comunque sia, a Milano c'è un detto: toglili a chi piange e daglieli a chi ride...
Purtroppo mancano le informazioni per uno scambio di opinioni costruttivo.
La quasi totalità dei commenti sul settore immobilare sembrano nascere da necessità personali e basate su dati lacunosi.
La causa ovviamente non e' solo l'egoismo ma anche all'ignoranza in quanto le fonti statistiche sono inaffidabili e incomplete nonostante gli sforzi di molti volenterosi.
1)il prezzo di compravendita e' un valore pressoche' sconosciuto se non alle due parti interessate direttamente.
Sul nuovo vi stupireste della differenza economica, in caso di acquisto in cooperativa, tra quella data al costruttore e quella pagata dall'acquirente.
Le case si comprano poche volte nella vita per cui e' difficile avere molte esperienze personali di compravendita su cui basare delle affermazioni.
Gli ai a cui viene richiesta una certa conoscenza del mercato non hanno un alto numero di compravendite su cui costrure delle solide convinzioni in quanto il numero di compravendite ad ai sembra essere piuttosto limitato.
2)il numero di compravendite annunciate dall'agenzia del territorio dal 2010,anno della mini ripresa, e' sporcato dalle compravendite pubbliche di cui onestamente non si conosce il numero ma si puo' ipotizzare nel caso peggiore non inferiore alle 6000 unita' all'anno e probabilmente concentrate proprio nelle citta' dove vi sono stati i maggiori rialzi nel numero di compravendite annunciati.
3)i mq non vengono registrati nei rogiti ma si vende ad unita catastali.eppure nessuno compravende basandosi solo sui vani catastali.
Il prezzo e' riferito al mq e la vendita a corpo e' solo un riferimento normativo.
4)i canali informativi popolari(giornali e tv) spesso cofondono le idee dei lettori attraverso metodi d'informazione lontani dal teorico modello anglosassone basato sulle 5 w.
Sembra prelavere una sorta di pedagogia politica o di giornalismo economico che si ritrasmettono amplificati nei commenti.
Come primo buon proposito per il 2011 non mi dispiacerebbe avere una base informativa solida confrontabile con altri paesi,verificabile e leggere commenti un po' piu' solidali e costruttivi.
Congratulazioni a pax per il garbato ed equilibrato post!
Bella l'immagine dell'articolo. Si vedranno botti, questo è certo.
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