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Perché comprare casa in Italia, ecco le tendenze del primo semestre 2020
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Calano gli acquisti per investimento e si preferiscono le soluzioni indipendenti agli appartamenti. La pandemia ha modificato le ragioni di acquisto e vendita di case in Italia. Ecco cosa ha scoperto l’Ufficio Studi Tecnocasa analizzando 16 mila compravendite nel primo semestre 2020.

L’analisi delle compravendite evidenzia che a livello nazionale il 77,6% delle transazioni ha riguardato l’abitazione principale, il 16,8% è composto da acquisti per investimento mentre nel 5,6% dei casi si tratta di compravendite di case vacanza.

Negli ultimi anni la percentuale di acquisti per investimento aveva evidenziato una costante crescita, stabilizzandosi nel 2019 al 17,9%. La discesa di quest’anno al 16,8% è data anche dalle difficoltà legate alla pandemia. La tipologia più compravenduta rimane sempre il trilocale con il 34,9% delle preferenze, mentre al secondo posto per la prima volta si piazzano le soluzioni indipendenti e semindipendenti che sono state scelte nel 20,0% dei casi e superano i bilocali che si fermano al 19,3%.

L’apprezzamento delle tipologie indipendenti era in leggera crescita già negli scorsi semestri ma, in particolare dopo il periodo di lockdown, molti acquirenti hanno deciso di optare per abitazioni più ampie e dotate di spazi esterni. In lieve calo, inoltre, le percentuali di acquisto di monolocali e bilocali anche in conseguenza alla diminuzione degli acquisti per investimento

Ad acquistare casa attraverso le agenzie del Gruppo Tecnocasa sono state soprattutto coppie e coppie con figli che compongono il 70,5% del campione, mentre è più bassa la quota di acquirenti single che si attesta sul 29,5%. Rispetto al primo semestre del 2019 si registra un lieve aumento della percentuale di single che passa dal 28,7% all’attuale 29,5%.

Analizzando le compravendite dal lato del venditore, nel primo semestre del 2020 la maggior parte delle persone ha venduto per reperire liquidità (45,4%), percentuale seguita da coloro che hanno venduto per migliorare la qualità abitativa (41,7%) ed infine da chi si è trasferito in un altro quartiere oppure in un’altra città (12,9%). Percentuali sostanzialmente analoghe si erano registrate anche nel primo semestre del 2019.

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