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Jesús Vélez

La pandemia, specialmente con le sue conseguenze più restrittive quali i lockdown, ha contribuito a ridefinire le percezioni degli spazi in casa e quindi delle priorità nelle scelte abitative. Dopo l’analisi sulle ville, vediamo come sono cambiati i canoni d’affitto dei monolocali nelle province italiane tra il secondo trimestre 2020 e lo stesso periodo di quest’anno.

Il dato che salta maggiormente all’occhio, dall’analisi fornita da idealista/data sugli annunci pubblicati su idealista per i monolocali in affitto, è che tendenzialmente le principali province italiane fanno registrare un calo dei canoni di locazione richiesti. Vanno quindi segnalate le performance con segno negativo di province come Firenze (-7,1%), Padova (-6%), Napoli (-5,5%), Milano (-4,9%), Bologna (-4,5%), Roma (-3,4%), Monza-Brianza (-2,7%), Bergamo (-1,6%).

Si potrebbe supporre, a scorrere i dati, che nelle province di richiamo universitario (e in cui è venuto meno l’obbligo di presenza in ufficio) si siano via via svuotate le case appartenenti a questa tipologia immobiliare, visto che molti lavoratori e studenti sono tornati nelle zone d’origine. Tuttavia, le performance peggiori si registrano a Nuoro (-54,6%), Ogliastra (-52,4%), Pordenone (-41,3%).

Per quanto riguarda i tagli immobiliari più piccoli, i monolocali, le variazioni più significative al rialzo si registrano a Udine (84,7%) e Fermo (81,8%), mentre la provincia di Enna chiude il podio con un balzo dei canoni d’affitto del 55,6% per gli appartamenti di taglio più piccolo.

Nella top ten delle province che hanno visto aumentare maggiormente i canoni d’affitto per i monolocali (completata da Teramo, Benevento, Aosta, Lucca, Gorizia, Rovigo, Isernia) nell’ultimo anno (secondo trimestre 2020 vs secondo trimestre 2021) figurano diverse aree interne dello Stivale a discapito di zone universitarie e aree dove è presente una grande concentrazione di uffici.

Altro aspetto da mettere in risalto è che sono diverse le province nelle quali i canoni di affitto dei monolocali non hanno subìto variazioni nell’intervallo di tempo che va dal secondo trimestre 2020 allo stesso periodo del 2021. Nel dettaglio, si tratta di: Alessandria, Bari, Brindisi, Carbonia-Iglesias, Catania, Crotone, Ferrara, Lecce, Lecco, Novara, Olbia-Tempio, Pavia, Perugia, Pescara, Piacenza, Salerno, Siracusa, Verona.

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