Dal 2011 al 2015 le imposte sugli immobili sono cresciute del 143%, passando da 9,8 miliardi a 23,9 miliardi di euro. Una vera e propria impennata. A renderlo noto la ricerca del Centro Studi di Confcommercio-Cer “Finanza pubblica e tasse locali”.
Sul fronte residenziale, il rapporto ha sottolineato che grazie alla riduzione della prima casa nel 2016 ci sarà un calo di queste imposte del 19%. Ma ciò non basta. Negli ultimi quattro anni infatti la tassa sui rifiuti è cresciuta del 50% (da 5,6 a 8,4 miliardi) e, secondo le stime di Confcommercio, nel 2016 le imposte su immobili e rifiuti cresceranno complessivamente dell’80% rispetto al 2011, passando da 15,4 miliardi a 27,8 miliardi di euro.
Boom per le tasse locali, negli ultimi venti anni sono più che triplicate
Sul fronte della pressione fiscale e delle tasse locali il quadro non è roseo. La ricerca ha infatti evidenziato che in venti anni, dal 1995 al 2015, la pressione fiscale è passata dal 40,3% al 47% e nello stesso periodo le tasse locali sono passate da 30 miliardi a 103 miliardi di euro, con una crescita del 248%, mentre le tasse centrali sono passate da 228 miliardi a 393 miliardi con una crescita del 72%.
Sangalli: “L’Italia può farcela con meno spesa pubblica e meno tasse”
Il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha così commentato i risultati dell’indagine: “Il 2016 sarà un anno difficile e di sfida, entriamo con un dato deludente del Pil dell’ultimo trimestre 2015, ma l’Italia può ancora farcela se si applicherà la ricetta per la crescita: ovvero meno spesa pubblica e meno tasse”.
1 Commenti:
Proprio per questo non conviene piu' comprare casa, meglio prenderla in affitto come fanno negli altri Paesi UE, smania di possesso tutta italiana!
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