La flessibilità in uscita in tema di pensioni è l’obiettivo che il governo vuole raggiungere, ma senza costi aggiuntivi per il Paese. Si studiano così i possibili interventi, che devono rispettare determinate condizioni.
Ape
Sul fronte dell’Ape, l’anticipo pensionistico, l’Ufficio parlamentare di Bilancio in un focus sulla flessibilità pensionistica ha spiegato che per evitare che l’Ape impatti sull’indebitamento netto dei prossimi anni dovranno essere rispettate tre condizioni: le norme non dovranno prevedere alcun obbligo per i lavoratori interessati, le banche o le assicurazioni coinvolte nel meccanismo del prestito assicurato; lo Stato non dovrà assumere direttamente alcuna funzione assicurativa diretta; il sostegno pubblico previsto per i pensionati più bisognosi non deve essere incondizionato, ma sottoposto a verifiche annuali.
Rita
Poi c’è la rendita integrativa temporanea anticipata (Rita), che consentirà di percepire la rendita prima della pensione obbligatoria. L’idea è di partire dai lavoratori rimasti senza contratto e che a gennaio hanno i requisiti per l’accesso all'Ape, ovvero 63 anni e almeno 20 di contributi versati. La misura è stata annunciata come stabile, una sorta di prestito ponte cui i lavoratori che hanno aderito a un fondo pensione possono accedere per garantirsi un reddito nei due o tre anni di attesa della pensione di base. L’anticipo con Rita sarebbe agevolato fiscalmente, visto che il prelievo sostituivo è del 15% massimo e del 9% minimo.
Le altre possibili misure
Ma si parla di altri interventi. Nel ddl Concorrenza all’esame del Senato ci sono due misure: la possibilità di accedere in via anticipata alla rendita per i disoccupati di lungo corso (almeno 24 mesi) e la facoltà di destinare anche solo una parte del Tfr alla previdenza complementare sulla base di intese collettive.
Le altre misure al vaglio dei tecnici potrebbero garantire uscite flessibili a platee con storie contributive diverse e complesse.
Ricongiunzioni – Il governo sta valutando l’ipotesi di rendere gratuita, sia per il trattamento di vecchiaia che per quello anticipato, la ricongiunzione dei contributi previdenziali versati in più gestioni. Ad oggi tale operazione comporta oneri fino a 30-40mila euro per il lavoratore.
Precoci – Per quanto riguarda i cosiddetti precoci, ossia coloro che hanno iniziato l’attività prima di aver raggiunto i 18 anni di età, il governo sta pensando al riconoscimento di un bonus sui contributi di 3 o 4 mesi per ogni anno di lavoro svolto da minorenni.
Usuranti – Un altro intervento su cui sta lavorando il governo è rendere più facile l’accesso alla pensione per chi svolge attività particolarmente pesanti o lavora di notte.
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