Avvocato, notaio o commercialista? Ecco le figure professionali più adatte a gestire l'iter della successione e i diversi step.
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dichiarazione di successione
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La successione è un procedimento legale che regola il passaggio dei beni di una persona deceduta ai suoi eredi. Un aspetto tecnico che, però, ha anche un profondo risvolto emotivo, partendo dalla perdita di una persona cara e da un momentaneo spaesamento di chi resta. Per questo motivo, dunque, richiede una gestione accurata e attenta da parte di una figura professionale esterna in grado di veicolare gli aspetti puramente legislativi. Ma a chi rivolgersi per fare una dichiarazione di successione al meglio? Scopriamo insieme quali sono le figure professionali adeguate e le procedure da seguire.

Le figure a cui rivolgersi per una dichiarazione di successione

La dichiarazione di successione in caso di morte di un genitore è un adempimento fiscale obbligatorio che deve essere presentato all'Agenzia delle Entrate entro un anno dal decesso di una persona. Nello specifico serve a determinare il valore dei beni ereditati e a calcolare le imposte dovute. Ometterla o compilarla in modo errato, dunque, può comportare sanzioni economiche importanti. 

Inoltre, la dichiarazione è necessaria per procedere alle volture catastali e agli aggiornamenti dei registri immobiliari. Per tutti questi motivi, dunque, sarebbe opportuno rivolgersi a dei professionisti in grado di dipanare i diversi nodi legislativi e burocratici. Nello specifico è possibile far riferimento a:

  • Notaio: il notaio è la figura tradizionale e, probabilmente, più efficiente per quanto riguarda le procedure per la successione. Oltre a conoscere perfettamente l'iter per la compilazione e la presentazione all’Agenzia dell’Entrate, può essere risolutivo e fondamentale soprattutto per le eredità complesse. 
  • CAF: i Centri di Assistenza Fiscale offrono un servizio di compilazione della dichiarazione di successione a un costo contenuto. In generale sono in grado di fornire una prima assistenza e di risolvere i dubbi più comuni. Per questo motivo si tratta di una soluzione indicata soprattutto per delle successioni semplici e prive di qualsiasi diatriba legislativa o contenzioso nell’asse ereditario. 
  • Avvocati e commercialisti: è possibile far riferimento anche a queste due figure purché abbiano sviluppato una professionalità in questo campo. Non bisogna mai dimenticare, infatti, quanto possa essere complessa la materia e, di conseguenza, la necessità di rivolgersi ad un professionista effettivamente accreditato. 

Per concludere, però, ricordiamo che, in alcuni casi, gli eredi possono essere esonerati dalla presentazione della dichiarazione di successione. Questo avviene quando il valore complessivo dell'attivo ereditario non supera i 100.000 euro e non include immobili o diritti immobiliari.

La foto di una targa professionale in oro di un notaio
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Posso fare la successione da solo in autonomia?

In alcuni casi si potrebbe scegliere di affrontare tutto l’iter per la successione ereditaria in modo autonomo. Una decisione sicuramente possibile ma non semplice. Dal 2017, infatti, per le successioni aperte dopo il 3 ottobre 2006, la dichiarazione deve essere presentata telematicamente tramite i servizi online dell'Agenzia delle Entrate (Fisconline o Entratel). Questo vuol dire che tutto il processo può essere gestito autonomamente, utilizzando il software messo a disposizione dall'Agenzia delle Entrate ed una buona dose di pazienza, oltre che di attenzione e una base di conoscenze giuridiche. 

Stabilito questo, ecco la documentazione fondamentale per poter presentare da soli la successione: 

  • Certificato di morte
  • Testamento (se presente)
  • Atti di proprietà
  • Documenti bancari
  • Polizze assicurative
  • Codice fiscale di tutti gli eredi.

Nonostante l'Agenzia delle Entrate abbia dato la possibilità di agire in modo autonomo, però, è sempre consigliato rivolgersi ad un professionista per un consiglio o per l’affido totale della pratica. Indubbiamente le spese legali o notarili hanno un costo, ma il miraggio di un momentaneo risparmio potrebbe portare a un errore nella divisione dell'asse ereditario e, soprattutto, nel calcolo delle imposte. 

Rischi che si traducono a livello pratico in successive perdite dal punto di vista economico. Per questo motivo, se si desidera avere una guida professionale senza affrontare una spesa eccessiva, il suggerimento migliore è quello di rivolgersi a una figura competente. 

Chi fa la successione, notaio o commercialista?

Quando si parla di successione, due figure professionali emergono spesso: il notaio e il commercialista. Ma qual è il ruolo esatto di ciascuno? E a chi rivolgersi per gestire al meglio questa delicata pratica? Entrambe le figure sono importanti ma per motivazioni completamente diverse. Ad esempio il notaio è un pubblico ufficiale e il suo ruolo in caso di successione prevede alcune competenze specifiche come: 

  • autenticare il testamento: se il defunto ha lasciato un testamento, il notaio ne verifica la validità formale e lo rende pubblico.
  • Assistenza nella divisione dell'eredità: il notaio può assistere gli eredi nella divisione dei beni, redigendo gli atti necessari per rendere effettiva la divisione.
  • Provvedere alle volture catastali e agli aggiornamenti dei registri immobiliari: il notaio si occupa delle formalità necessarie per trasferire la proprietà dei beni immobili agli eredi.

In sintesi, si occupa degli aspetti formali e legali della successione, garantendo la sicurezza giuridica dell'operazione. Invece il commercialista è un professionista che si occupa di contabilità e fiscalità. Il suo ruolo nella successione è definito da questi compiti: 

  • Calcolo delle imposte di successione: il commercialista è in grado di determinare l'importo delle imposte da versare allo Stato, tenendo conto del valore dei beni ereditati e delle eventuali agevolazioni fiscali.
  • Compilazione della dichiarazione di successione: il commercialista si occupa della compilazione e della presentazione della dichiarazione di successione all'Agenzia delle Entrate.
  • Consulenza fiscale: il commercialista può fornire una consulenza personalizzata agli eredi, aiutandoli a pianificare al meglio la gestione dell'eredità dal punto di vista fiscale.

In sostanza, dunque, si tratta di due figure che, nell’ambito della successione, possono lavorare in squadra. Non è raro, infatti, che gli studi notarili abbiano rapporti professionali con commercialisti di fiducia per quanto riguarda proprio il calcolo delle imposte.

La foto di una mano con una penna che scrive la parola Testament
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Chi si occupa delle pratiche di successione?

Da quanto detto fino a questo punto, dunque, le pratiche di successione dovrebbero essere affidate a un professionista specializzato e possono essere presentate anche da uno solo degli eredi coinvolti. In questo caso gli effetti prodotti sono assolutamente gli stessi di quando ad effettuare la presentazione sono tutti i soggetti obbligati. 

La successione, ad esempio, può essere presentata anche da un erede che, successivamente, decide di rifiutare l’eredità stessa senza andare a svalutare o minare la validità del processo stesso. 

Posso fare la successione solo per la mia quota?

La dichiarazione di successione è considerata come un documento unico. Questo vuol dire che tutto il patrimonio ereditario del defunto va presentato un solo documento fiscale all'Agenzia delle Entrate. Partendo da questa precisazione tutt’altro che trascurabile, si arriva alla conclusione che un erede non può scorporare la propria quota e portare a termine la successione in modo indipendente solamente per questa. 

Di contro, però, è possibile che la presentazione complessiva della dichiarazione di successione avvenga da parte di uno solo dei soggetti coinvolti anche senza consultare gli altri, trattandosi di un adempimento obbligatorio, ossia che va comunque svolto. La dichiarazione di successione, infatti, deve essere sottoscritta da almeno uno dei soggetti obbligati. Una norma, questa, che viene incontro a delle necessità di ordine pratico nei casi di un asse ereditario troppo composito e dell’eventuale lontananza fisica da parte dei diversi soggetti coinvolti. 

Unico elemento negativo, nel caso della presentazione da parte di uno solo degli eredi, è l’addebito unico delle imposte. Il pagamento, infatti, non può essere fatto separatamente al momento dell'invio della dichiarazione. Il sistema, dunque, richiede di indicare un conto sul quale effettuare l'addebito dell'importo totale, che molto probabilmente, sarà quello del soggetto che effettua la dichiarazione. Ovviamente, nel caso di più eredi, è possibile e doveroso un accordo interno per quanto riguarda la divisione in quote delle tasse e la restituzione della somma anticipata. 

Quanto può costare una pratica di successione?

Una pratica di successione ha dei costi evidenti che fanno riferimento a due fattori essenziali: i professionisti cui ci si affida e l'entità dell'eredità. Più questa è cospicua e complessa, infatti, maggiore sarà l’impegno richiesto e la professionalità. 

Per quanto riguarda invece il CAF la spesa che si dovrà sostenere per una pratica base di successione si aggirerà intorno ai 500 euro. A questo, poi, si deve aggiungere il pagamento delle imposte calcolate da versare all’Agenzia delle Entrate, da saldare entro 60 giorni dalla presentazione della dichiarazione. Nello specifico l'importo delle aliquote varia secondo il rapporto di parentela con la persona defunta. Quindi si avrà: 

  • 4% per coniugi e parenti in linea retta
  • 6% per gli altri parenti fino al quarto grado, per gli affini in linea retta e per quelli collaterali fino al terzo grado
  • 8% per tutti gli altri legami.

Ricordiamo, per finire, che le imposte vengono calcolate sulla base dell’imponibile, ossia la differenza tra il valore dei beni e quello delle passività come, ad esempio, i debiti accumulati dal defunto.

Come funziona la successione per morte ed ereditaria

Una successione per mortis causa si svolge attraverso delle fasi ben strutturate. Per prima cosa gli eredi devono presentare la denuncia di morte presso l’Ufficio dello Stato Civile del Comune, in prima persona o tramite l'agenzia funebre, e avviare le pratiche cimiteriali. Il tutto entro 24 ore dalla morte. Nell'arco dei dodici mesi successivi, poi, si deve presentare la successione. 

Questo vuol dire che, in assenza di testamento, si procede con la successione legittima, individuando e le diverse quote. Questi, poi, possono rinunciare o accettare l'eredità. In questo caso la legge concede la possibilità di procedere con accettazione tacita o espressa entro dieci anni dall’avvio della successione. 

Quest’ultima, ad esempio, può avvenire attraverso beneficio d'inventario. Si tratta, nello specifico, di una forma di tutela per l’erede. È bene ricordare, infatti, che con la successione mortis causa non passano solo beni e immobili ma anche crediti e obbligazioni. Questo, dunque, è l'unico modo per evitare di far fronte anche ai debiti contratti dal defunto. 

Con il beneficio di inventario, dunque, l'erede eredita crediti e debiti, però deve soddisfare questi ultimi solo nella misura del patrimonio ricevuto. Trattandosi di un procedimento legale e particolarmente delicato è fondamentale rivolgersi al notaio o al cancelliere del Tribunale competente per la zona in cui l’apertura della successione è avvenuta. 

Nel caso, invece, in cui si decida di accettare l'eredità senza alcuna riserva, è bene sapere esattamente, quali sono i beni soggetti a tassazione. Tra questi, ad esempio, ci sono sicuramente: 

  • immobili di qualsiasi genere, come fabbricati, case, negozi
  • Diritti di usufrutto
  • Contratti di locazione
  • Terreni agricoli o edificabili
  • Azioni e partecipazioni in società
  • Beni mobili come gioielli, opere d’arte, conti correnti bancari e postali e denaro.
  • Investimenti come ad esempio azioni, obbligazioni, fondi fiduciari.

La legge, inoltre, considera anche i beni esclusi dalla tassazione. Questi sono i titoli di debito pubblico, gli altri Titoli di Stato o equiparati, le aziende familiari, i rami di aziende, le quote di partecipazione sociali, le indennità di fine rapporto di lavoro e le altre indennità, i crediti verso lo Stato, gli enti pubblici territoriali e gli enti pubblici che gestiscono forme obbligatorie di previdenza e di assistenza sociale. 

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