Guida chiara ai pagamenti della malattia in edilizia: chi paga, quanto spetta e come si calcola
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Capire come sono pagati i giorni di malattia in edilizia è fondamentale per lavoratori e imprese, perché in questo settore il trattamento economico previsto segue regole specifiche, diverse rispetto a quelle applicate in altri comparti, con un occhio particolare rivolto alla Cassa Edile. Come viene pagata la malattia in edilizia? La retribuzione per i giorni di assenza è erogata principalmente dalla Cassa Edile, che rimborsa l’azienda, dopo che quest’ultima ha anticipato al dipendente il trattamento economico spettante. 

La Cassa Edile garantisce la copertura della giornata tipo per la maggior parte del periodo di assenza, mentre il 4,95% relativo ai permessi per i riposi annuali resta a carico dell’impresa.

Come vengono pagati i giorni di malattia in edilizia?

La gestione economica della malattia nel settore edile presenta caratteristiche specifiche che differenziano questo comparto da molti altri settori. Un primo passo è sapere come viene pagata la malattia, ma nell’edilizia in particolare il sistema di copertura è articolato, garantendo tutela economica significativa, grazie al ruolo combinato di diversi soggetti. Per comprendere come funziona la malattia in edilizia, bisogna sapere che il meccanismo si basa su un modello misto che coinvolge 3 attori chiave: 

  • impresa: anticipa l’indennità e copre totalmente i primi tre giorni;
  • cassa edile: rimborsa all’azienda gli importi dovuti ai lavoratori a partire dal quarto giorno, integrando il trattamento dell’INPS;
  • INPS: interviene per assenze prolungate e riconosce l’indennità di malattia.
soldi e stetoscopio
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In tanti si chiedono se a pagare la malattia è l’INPS o il datore di lavoro e per meglio comprendere chi paga la malattia in edilizia, è bene precisare che i primi 3 giorni, corrispondenti al cosiddetto “periodo di carenza”, non sono indennizzati dall’INPS e a pagare è il datore di lavoro, che riceve poi un parziale rimborso dalla Casse Edile, se la malattia supera i 6 giorni. 

Nel caso di malattia nell’edilizia inferiore a 6 giorni, non viene riconosciuto nulla dalla Casse Edile per il periodo di carenza, che quindi ricade interamente sull’impresa. Dal 4° al 20° giorno la copertura è da parte dell’INPS, con una percentuale sulla retribuzione media e integrazione della Cassa Edile, mentre dal 21° giorno e fino a un massimo di 180 giorni in un anno solare, l’INPS aumenta la percentuale di indennizzo e la Cassa Edile continua a intervenire, con importi variabili.

Cosa rimborsa la cassa edile in caso di malattia?

La Cassa Edile rimborsa una parte dell’importo secondo quanto previsto dal contratto collettivo. Nel dettaglio, al fine di garantire un trattamento economico più vicino alla retribuzione ordinaria, la Cassa Edile provvede alla parziale copertura dei primi tre giorni, quelli non indennizzati dall’INPS, restituendo quindi all’azienda una parte dell’indennità che questa è obbligata a corrispondere ogni mese all’operaio e all’apprendista, non in periodo di prova, 

Il contributo della Cassa Edile si aggiunge a quello erogato dall’INPS, come integrazione dei giorni di malattia coperti dall’ente, dal quarto in poi, ricordando che nel caso di malattie di lunga durata, il rimborso della Cassa Edile è riconosciuto solo per le giornate non indennizzate dall’INPS. 

Da ricordare che l’erogazione del rimborso avverrà solo se l’impresa è iscritta alla Cassa Edile ed è in regola con i versamenti contributivi, e sarà altresì riconosciuto entro i limiti della conservazione del posto di lavoro, quindi per un massimo di 270 e di 365 giorni, nel caso di lavoratori con anzianità rispettivamente inferiore e superiore a 3 anni e mezzo. 

Il trattamento economico per malattia degli impiegati in edilizia è riconosciuto per sei giorni alla settimana, escluse le domeniche e le festività previste dal CCNL Edilizia, a patto che nel trimestre precedente l’inizio dell’evento siano state denunciate e accantonate almeno 450 ore alla Cassa Edile in favore del lavoratore. 

calcolatrice e soldi
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Come si calcola il rimborso per malattia della cassa edile

Per calcolare il rimborso per malattia della cassa edile bisogna seguire con attenzione alcuni passaggi, visto che si tiene conto di diversi fattori. Premesso che ogni Cassa può applicare un proprio regolamento, il meccanismo generale è molto simile ovunque. Il trattamento economico giornaliero riconosciuto dalla Cassa Edile è pari all’importo che si ottiene moltiplicando: 

  • la retribuzione oraria;
  • l’orario medio giornaliero;
  • il coefficiente di integrazione. 

Nel dettaglio, la retribuzione oraria è composta da: paga base, indennità territoriale di settore ed ex indennità di contingenza. L’orario medio giornaliero è dato dal numero di ore corrispondente alla divisione per 6 dell’orario settimanale: se quest’ultimo è di 40 ore, il risultato sarà pari a 6,66 ore al giorno. I coefficienti di integrazione, previsti dal contratto collettivo di lavoro sono: 

Periodo malattiaCasisticaCoefficiente di integrazione impresaCoefficiente di integrazione Cassa Edile
1°, 2° e 3° giornoMalattia inferiore a 6 giorni00
1°, 2° e 3° giornoMalattia superiore a 6 giorni0,5495 0,500
1°, 2° e 3° giornoMalattia superiore a 12 giorni1,04951
Dal 4° al 20° giornoPer le giornate indennizzate dall’INPS0,37950,33
Dal 21° al 180° giornoPer le giornate indennizzate dall’INPS0,15650,107
Dal 181° al 365° giornoPer le sole giornate non indennizzate dall’INPS0,5495 0,500

 

La formula generale per calcolare il rimborso per malattia della Cassa Edile è data dal prodotto tra retribuzione oraria e orario medio giornaliero, moltiplicando poi il risultato ottenuto per il coefficiente di integrazione, ricordando che quest’ultimo può variare leggermente a seconda della Cassa Edile territoriale di competenza. 

Perché i primi tre giorni di malattia non vengono pagati?

Ci sono dei casi in cui la malattia non è retribuita in busta paga e, al pari di quanto accade in altri settori, non è previsto il pagamento della malattia per gli edili nei primi tre giorni. Il periodo di carenza, così come viene definito, è comunque retribuito al lavoratore dall’impresa, ma non è indennizzato dall’INPS per due motivi principali: 

  • evitare abusi: l’assenza breve per malattia è statisticamente più soggetta a utilizzi impropri;
  • responsabilizzare il settore: si invitano il datore di lavoro e i fondi di categoria a integrare il periodo di carenza secondo logiche contrattuali.
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