Biennale di Venezia 2018, i padiglioni da non perdere della Mostra di Architettura

Se Svizzera 240: House Tour" ha conquistato la giuria della Biennale di Venezia vincendo l'ambito Leone d'Oro, molti altri padiglioni hanno attirato l'interesse di pubblico e addetti ai lavori. idealista news ti propone una carrellata dei padiglioni assolutamente da non perdere della Mostra di Architettura in scena nella città lagunare fino al 25 novembre.
Unbuilding Walls, Germania
Sono trascorsi 28 anni dalla riunificazione della Germania, un arco temporale che coincide con l'esistenza del Muro di Berlino (1961-1989). Prendendo spunto dall'esperienza del confine tra le due Germanie, la mostra si interroga anche sulle barriere, gli sbarramenti e i muri contemporanei in un'ottica extra nazionale. In un'era in cui la globalizzazione dovrebbe abbattere i confini territoriali e culturali, il nostro mondo resta fatto di barriere.
Repair, Australia
Più di diecimila specie autoctone piantate all'interno e all'esterno del padiglione mostrano il rapporto che intercorre tra archiettura e vegetazione. Le nostre città sono inframmezzate da quel che rimane della vegetazione originaria, collegate ai grandi sistemi naturali e sovrapposte ai paesaggi tradizionali della cultura aborigena. Sono, inoltre, lo scenario di ecosistemi in evoluzione che vedono al centro l’uomo.
UNCEDED: Voices of the Land, Canada
Grazie alle loro radici e ai loro valori, gli architetti e gli urbanisti indigeni hanno un ruolo responsabile nel vivere in armonia con chi ci ospita, questo formidabile pianeta blu. UNCEDED rivela alla comunità internazionale come la nostra lingua, la nostra cultura e le nostre cerimonie sono basate sulla legge di natura, in comunione con il creato. Attraverso i cicli della luna e del sole le nostre madri erano legate profondamente alla Madre Terra e si dedicavano a insegnare che il soft power dell’amore è più grande dell’hard power della forza. Gli stessi insegnamenti sono fondamentali per il futuro della nostra gente e dell’umanità.
Possible Spaces, Danimarca
Possible Spaces presenta quattro casi di architetti che, lavorando in stretta collaborazione, percorrono nuove strade per rispondere alle sfide della mobilità, dell’edilizia residenziale e industriale, della memoria culturale.
Becoming, Spagna
Becoming mostra l’architettura spagnola attraverso le opere di un’eccellente cerchia di architetti formati in patria (in cui le donne sono in numero maggiore degli uomini). Sulle pareti, fisiche e virtuali quattrocento opere, provenienti da ambienti educativi spagnoli e raccolti attraverso un bando, raccontano l’architettura del futuro.
Mind-building, Finlandia
Il Padiglione della Finlandia rappresenta uno studio sull'architettura delle biblioteche e degli spazi bibliotecari pubblici. La mostra esplora lo sviluppo dell’architettura delle biblioteche finlandesi attraverso una serie di esempi architettonici – inquadrati nei rispettivi contesti storici e teorici di riferimento – e contemporaneamente rivolge l’attenzione alle biblioteche del futuro, illustrando l’esempio recente della nuova Biblioteca centrale di Helsinki.
Infinite Places - Building or Making Places
Con la mostra Infinite Places vorremmo raccontare la storia di dieci luoghi pionieristici che, nel raccogliere le sfide della contemporaneità, esplorano nuove strade e ricorrono a processi strategici e audaci. I luoghi presentati comprendono: Le CentQuatre (Parigi), Hôtel Pasteur (Rennes), La Grande Halle (Colombelles), Les Ateliers Médicis (Clichy-sous-Bois-Montfermeil), La Friche la Belle de Mai (Marsiglia), Le Tri Postal (Avignone), Les Grands Voisins (Parigi), Le 6B (Saint-Denis), La Convention (Auch), La Ferme du Bonheur (Nanterre).
Island, Gran Bretagna
Commissionato dal British Council, il progetto del padiglione crea uno nuovo spazio pubblico sul tetto dell'edificio originario. Un'isola può essere un luogo di rifugio o di esilio e il padiglione è vuoto perché suggerisce un mondo sommerso al di sotto.
Liberty Bridge, Ungheria
Il progetto del Padiglione ungherese si centra sul Ponte della Libertà di Budapest, chiuso al traffico nel 2016 per alcuni mesi. La maggior parte degli occupanti erano Millennials, cresciuti dopo i cambiamenti politici degli anni Ottanta, che ora attribuivano al luogo storico una funzione diversa. L’episodio evidenzia la trasformazione della mentalità post-sociale in un nuovo godimento dello spazio libero urbano da parte delle giovani generazioni.
Architectural Ethnography, Giappone
Il Padiglione del Giappone presenta una mostra che esplora la relazione tra architettura, persone e ambiente attraverso una serie di disegni organizzati secondo la metafora della guida di viaggio.
Station Russia, Russia
L'esposizione del padiglione è interamente dedicata al passato, presente e futuro delle ferrovie russe, ed è suddivisa in cinque sezioni.
CCS- Espacio Rebelde, Venezuela
Al centro del Padiglione venezuelano c'è la città intesa non come un problema di esperti urbanisti, design o architetti, né una questione riservata alla élite. Ma è un processo di consensi inclusivi, costruzione collettiva e patto con la comunità.