Il 55% degli abitanti di San Francisco non vuole norme restrittive per l’affitto delle case vacanza. Martedì scorso la città californiana ha votato contro la controversa Proposition F, un’iniziativa avviata dalla “lobby” degli hotel che pretendeva di limitare a 75 giorni all’anno la possibilità di affittare una casa e stabiliva sanzioni fino a 1.000 dollari per i trasgressori.
Nel corso delle ultime tre settimane, si è assistito a una vera e propria guerra tra Airbnb, l'azienda di affitti brevi leader a San Francisco e i grandi imprenditori statunitensi nel campo alberghiero. E non c’è da stupirsi, soprattutto perché stiamo parlando di una città che accoglie oltre 16 milioni di turisti all’anno.
Christopher Nulty, portavoce di Airbnb, ha spiegato: “Gli elettori si sono schierati dalla parte delle famiglie dei lavoratori confermando che hanno il diritto di condividere le loro case e si sono opposti al grande settore alberghiero”.
Intanto Expedia, dopo avere acquisito la rivale Orbitz Worldwide, ha annunciato di avere raggiunto un accordo per comprare HomeAway, il sito di annunci di case vacanza in affitto. Un’operazione che vale 3,9 miliardi di dollari.
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