
Con la riapertura delle città d’arte dopo la pandemia ritorna sotto i riflettori il tema dell’evasione fiscale legata agli affitti brevi sul web. La direttiva europea prevista in vigore dal 2023, legata alle multinazionali digitali e al versamento delle loro tasse nei Paesi di esercizio dell’attività, potrebbe colpire duramente realtà come AirBnb.
La direttiva europea Dac7 contro l’evasione sul web
La direttiva Dac7, pubblicata nella gazzetta ufficiale europea e in vigore dal 2023, prevede che i gestori di piattaforme digitali quali Google, Facebook, eBay, ma anche Booking o AirBnb, siano obbligati a comunicare i dati della propria attività tramite uno standard internazionale obbligatorio, le Mandatory Disclosure Rules. Il tutto nell’ottica di una maggiore trasparenza relativamente al volume d’affari realizzato nei diversi Paesi e il loro inquadramento nei diversi regimi fiscali, che consentirebbe così di limitare le perdite di gettito fiscale da parte degli Stati.
I dati in questione, che devono essere sia comunicati dalle piattaforme sia scambiati velocemente tra Paesi partner, sono quelli relativi alla locazione di beni immobili, all’erogazione di servizi personali, alla vendita di beni e alla locazione di qualsiasi mezzo di trasporto.
Direttiva Ue evasione sul web, effetti sugli affitti
Secondo quanto riportato su Il Messaggero, si calcola che in Italia ci siano circa 400 mila immobili in affitto come AirBnb con introiti non dichiarati per almeno 500 milioni di euro. In Europa l’evasione fiscale legata alle piattaforme on line sfiora i 140 mila euro. Nel 2017 il governo Gentiloni ideò una legge per cui gli intermediari on line potessero fungere da sostituti di imposta trattenendo il 21% degli incassi versando poi le relative tasse; tuttavia la piattaforma AirBnb rifiutò questo diktat in quanto, all’epoca, fu dichiarato non conforme alle norme Ue e ottenne ragione contro lo Stato italiano in tribunale.
Ora la stessa Ue si muove nella direzione di un maggiore controllo sugli introiti realizzati dalle varie piattaforme e sulle relative tasse e imposte. In attesa dell’entrata in vigore della norma europea e del conseguente eventuale pronunciamento giudiziario in merito contro AirBnb, tuttavia, la piattaforma continuerà a non versare le imposte. In caso sia poi dichiarata inadempiente ai sensi della nuova legge, dovrà versare anche gli arretrati oltre a dover iniziare a mettersi in regola con le comunicazioni dei dati del proprio business all’Agenzia delle Entrate.
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