
Nella piazza più emblematica di Bologna si trova la celebre Fontana del Nettuno, un vero e proprio simbolo della città. Costruita nella seconda metà del Cinquecento, vanta delle dimensioni imponenti, tanto da essere localmente chiamata “il Gigante”. Ma qual è la sua storia? E quali sono le principali curiosità? Ecco cosa sapere sulla Fontana del Nettuno a Bologna.
Qual è la storia della Fontana del Nettuno?
Progettata per celebrare il potere papale e la prosperità di Bologna sotto il dominio pontificio, la fontana venne commissionata nel 1563 da Pier Donato Cesi, allora legato papale, come segno tangibile del governo. L’opera fu affidata all’architetto Tommaso Laureti e allo scultore fiammingo Jean de Boulogne, meglio conosciuto come Giambologna, uno degli artisti più influenti dell’epoca.
La statua di Nettuno, alta oltre quattro metri e realizzata in bronzo, fu completata nel 1566 e divenne subito un simbolo di forza e dominio sulle acque. Nel corso dei secoli, la fontana ha subito vari restauri e interventi conservativi, necessari per preservare la sua bellezza originaria e il suo valore storico. Durante la Prima e la Seconda Guerra Mondiale fu infatti più volte spostata e messa al riparo. L’ultima opera di restauro risale invece al 2017.

Alcune curiosità e leggende sulla Fontana del Nettuno
Come ogni simbolo, anche la Fontana del Nettuno è una fonte inesauribile di aneddoti e storie tramandate di generazione in generazione.
- Tra le storie più note, si racconta che l’artista, deluso per le modifiche al progetto, progettò la mano della figura per alludere a un gesto ben preciso. Osservando la fontana da un punto specifico della pavimentazione, il pollice della mano si sovrappone all’inguine della statua, creando l’illusione ottica di un fallo.
- Non mancano poi le leggende legate alla fortuna e agli studenti universitari. Si dice infatti che girare due volte in senso antiorario intorno alla fontana porti bene agli esami universitari, una tradizione che ogni anno viene rispettata da centinaia di studenti dell’Alma Mater Studiorum, l’università più antica d’Italia.
- Non sempre la statua ebbe un ruolo monumentale: infatti in passato veniva usata anche dalla popolazione per lavare la verdura del mercato o fare il bucato.
- Infine, tra le curiosità su Bologna, vale la pena ricordare che la fontana del Nettuno Bologna ha ispirato persino il logo della celebre casa automobilistica Maserati: il tridente impugnato dal dio delle acque è stato scelto come simbolo di potenza e velocità, legando così per sempre il monumento alla storia dell’industria italiana.
Dove si trova e come arrivare
Il monumento domina l’omonima Piazza del Nettuno, situata proprio accanto a Piazza Maggiore. Se ti trovi già nel centro storico, puoi raggiungerla facilmente a piedi da qualsiasi punto della zona pedonale.
Dalla stazione ferroviaria di Bologna Centrale, puoi scegliere tra una piacevole passeggiata di circa 15-20 minuti lungo Via Indipendenza oppure optare per gli autobus urbani (linee 11, 20, 25, 27 e altre) che fermano in prossimità di Piazza Maggiore.
Chi viaggia in auto deve tenere presente che il centro storico di Bologna è soggetto a ZTL (Zona a Traffico Limitato), attiva in diverse fasce orarie. Bisognerà quindi cercare il luogo adatto dove parcheggiare a Bologna.

Cosa vedere nelle vicinanze della fontana
Se ti trovi nei pressi della fontana, avrai l’opportunità di visitare monumenti iconici della città felsinea, ma anche musei e luoghi di interesse. Tra questi:
- Basilica di San Petronio: una delle chiese più grandi d’Europa, celebre per la sua facciata incompiuta e per gli interni ricchi di opere d’arte.
- Palazzo d’Accursio: storica sede del Comune di Bologna, il Palazzo d’Accursio ospita splendide sale affrescate e il Museo Morandi. Dalla Torre dell’Orologio potrai godere di una vista panoramica sulla città.
- Biblioteca Salaborsa: grande biblioteca e centro culturale cittadino. Da non perdere il pavimento in vetro che mostra gli scavi archeologici sottostanti.
- Palazzo del Podestà: noto soprattutto per il suo voltone, dove si può provare il “telefono senza fili”.

Vivere a Bologna
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