La legge di Bilancio 2026, che passa ora all’esame delle Commissioni Bilancio di Camera e Senato, prevede tra le altre cose la proroga dei bonus casa al 50 per cento per la prima abitazione e al 36 per cento per la seconda. Le riduzioni al 36 e 30 per cento scatteranno quindi nel 2027. Una misura attesa, che “rappresenta una scelta positiva di continuità”, ma “che va letta come una misura di tenuta più che di sviluppo”. A dirlo a idealista/news è Paolo Biscaro, presidente del Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati (CNGeGL) e vice-presidente della Fondazione Geometri Italiani, il quale ha anche sottolineato: “Noi proponiamo la stabilizzazione della detrazione al 50 per cento sugli interventi ordinari, accompagnata da una maggiorazione fino al 65 per cento per le famiglie in povertà energetica o per i lavori che garantiscono elevata efficienza e sicurezza sismica”.
Proprio in tema di bonus casa, pochi giorni prima dell’approvazione della manovra da parte del Consiglio dei ministri, il Centro Studi della Fondazione Geometri Italiani ha presentato un’analisi secondo la quale con una spesa media annua di circa 14 miliardi di euro per i bonus fiscali, lo Stato ottiene ritorni significativi che riducono il costo netto dell’intervento a meno di 2 miliardi annui. Non solo, secondo l'analisi ogni euro investito nella riqualificazione edilizia e nella rigenerazione energetica degli edifici genera una ricaduta di circa 3,3 euro complessivi, un effetto che deriva dalla somma di impatti diretti sui cantieri, indiretti sulle imprese fornitrici e indotti dai consumi delle famiglie e dei lavoratori coinvolti.
Le legge di Bilancio 2026 ha confermato i bonus casa al 50 per cento per la prima casa e al 36 per cento per la seconda abitazione. Qual è il vostro giudizio?
“La conferma rappresenta una scelta positiva di continuità, che va però letta come una misura di tenuta più che di sviluppo.
I bonus casa non sono soltanto strumenti di sostegno alle famiglie, ma una leva economica e sociale che contribuisce alla qualità del patrimonio edilizio e alla sostenibilità energetica del Paese.
Sarebbe opportuno inserire queste misure in una programmazione stabile, che consenta agli operatori e ai cittadini di pianificare gli interventi con certezza e prospettiva”.
Alla luce dei risultati emersi dall'analisi del Centro Studi della Fondazione Geometri Italiani, che ruolo svolgono a vostro avviso i bonus casa nell’economia del Paese?
“I dati elaborati dal Centro Studi dimostrano che i bonus casa rappresentano un moltiplicatore economico di assoluto rilievo. Ogni euro investito ne attiva oltre tre nell’economia reale, generando effetti su produzione, occupazione e gettito fiscale. Parliamo di un costo effettivo per lo Stato inferiore a 2 miliardi l’anno, a fronte di 14 miliardi investiti.
È quindi una misura che sostiene non solo il comparto delle costruzioni, ma l’intero sistema produttivo. In tal senso, i bonus casa andrebbero considerati un asse stabile della politica economica nazionale”.
Che tipo di interventi sarebbero auspicabili sul fronte dei bonus casa? Quali sono le vostre proposte?
“Occorre puntare su misure più selettive e durature, in grado di premiare la qualità e la sostenibilità degli interventi.
Proponiamo la stabilizzazione della detrazione al 50 per cento sugli interventi ordinari, accompagnata da una maggiorazione fino al 65 per cento per le famiglie in povertà energetica o per i lavori che garantiscono elevata efficienza e sicurezza sismica.
Inoltre, il Centro Studi suggerisce l’introduzione di un fondo di compensazione: le entrate aggiuntive derivanti dagli interventi ordinari dovrebbero finanziare quelli socialmente più rilevanti”.
Al momento si assiste a proroghe che vanno di anno in anno. Perché secondo voi non viene fatta una programmazione più a lungo termine? Quali sono le maggiori problematiche e criticità legate ai bonus casa?
“La principale criticità è la mancanza di una visione pluriennale. Le misure vengono rinnovate di anno in anno, generando incertezza per cittadini e imprese. Questo approccio frammentario riduce l’efficacia degli incentivi. Esistono poi ostacoli legati alla complessità normativa e alla necessità di evitare abusi.
Serve un quadro chiaro e stabile, supportato da controlli mirati e da un monitoraggio costante dei risultati economici e ambientali.
Solo così si potrà trasformare un meccanismo virtuoso in una vera politica di sviluppo strutturale”.
Quali invece gli importanti benefici?
“I benefici sono molteplici e misurabili. Le nostre analisi mostrano che i bonus casa contribuiscono ad accrescere il valore del patrimonio immobiliare, riducono i consumi energetici e migliorano la sicurezza delle abitazioni. Inoltre, sostengono l’occupazione qualificata e rafforzano la filiera tecnica e produttiva nazionale. In ultima istanza, rappresentano uno strumento concreto di politica industriale capace di coniugare crescita economica e sostenibilità ambientale, due aspetti che devono procedere di pari passo”.
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