Hotel, uffici e retail registrano volumi di investimento in crescita nel trimestre
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Immobili, dove investire nel 2019 GTRES

Crescono ancora gli investimenti nel settore immobiliare in Italia nel terzo trimestre del 2019, in particolare per quanto riguarda il settore alberghiero. L’analisi di Cbre.

Secondo l’ultimo report sugli investimenti immobiliari di Cbre, i valori del terzo trimestre 2019 si attestano a 2,20 miliardi di euro, contro i 1,68 dello stesso trimestre 2018, per un totale da inizio anno pari a 7,39 miliardi (+40% rispetto ai primi nove mesi dell’anno precedente).

“Il real estate gode, in questo momento, di una situazione generale ottimale, grazie a un panorama geopolitico e a un livello dei tassi d’interesse che sono certamente i migliori degli ultimi anni, - dichiara Alessandro Mazzanti, CEO di CBRE Italy. - Ipotizzando che lo scenario politico si mantenga stabile, vista la pipeline ricchissima attualmente in essere, è probabile che si chiuda l’anno con un volume di investimenti che potrebbe avvicinarsi o addirittura superare il record del 2017”.

Investire in hotel: la domanda straniera

Il settore hotel, stando all’analisi di Cbre, raggiunge una quota di investimenti di 2,56 miliardi di euro, un valore tre volte superiore a quello registrato nello stesso periodo del 2018. Si conferma robusta la domanda da parte degli investitori e le catene alberghiere, in particolare, cercano con determinazione di conquistare posizioni sul mercato italiano.

Si preferiscono contratti di management con strutture di garanzia molto più forti e protettive per la proprietà rispetto a 10 anni fa e, in taluni casi, anche contratti di locazione. Il fortissimo interesse verso il mercato alberghiero italiano è dovuto soprattutto al fatto che le performance gestionali nel nostro Paese sono solide e in crescita e in mercati come Venezia sono superiori a città come Londra e Parigi, benché con dimensioni di mercato più ridotte.

La domanda elevatissima è accompagnata però da un prodotto piuttosto limitato disponibile nel mercato, con una conseguente considerevole compressione degli yield registrata negli ultimi 12 mesi. A Roma il numero di conversioni, tutte legate al segmento luxury, è molto alto a causa della difficoltà di comprare alberghi già esistenti se non a prezzi eccessivamente elevati. Più difficile è invece pensare a riposizionamenti nei centri storici di Venezia e Firenze, data la difficoltà di ottenere licenze alberghiere.

Inizia a emergere un interesse anche per le città secondarie, nonostante si tratti di un mercato che offre operazioni di valore unitario ridotto e un upside più contenuto rispetto ai mercati primari.

Federalberghi: gli investimenti italiani in hotel

Anche gli albergatori italiani continuano a voler migliorare la propria situazione tramite investimenti, nonostante, dichiara il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca, “uno scenario ingarbugliato a causa della riapertura di alcuni mercati della sponda sud del Mediterraneo, del calo della domanda tedesca e dell’imperversare delle strutture ricettive illegali che si nascondono dietro l’etichetta delle locazioni brevi, ai quali si sono recentemente aggiunti i guasti provocati dai fallimenti del gruppo Thomas Cook e di Amoma”.

L’indagine di Federalberghi sui programmi di investimento degli albergatori italiani per i prossimi dodici mesi ha visto più della metà degli intervistati (53,4%) che intende svolgere interventi di ristrutturazione o di ammodernamento delle proprie strutture ricettive, per migliorare la propria offerta e renderla più competitiva. I principali interventi programmati riguardano l’ammodernamento degli arredi delle camere (70,4%), degli arredi delle zone comuni (63,8%) e dell’immobile (47,86%).

Il 38,3% invece non intende effettuare investimenti nel corso del prossimo anno. Il 59,9% di coloro che staranno alla finestra, invece, dichiara di voler investire, ma ritiene che questo non sia il momento ideale.

Gli investimenti effettivamente realizzati dalle imprese ammontano a circa 564 milioni di euro. Ma le risorse complessivamente disponibili presso gli istituti di credito, pari a 356.700.00 euro, hanno consentito di finanziarne solamente 8.386. Di conseguenza 6.301 interventi di riqualificazione effettuati (il 42,9% di quelli presentati), per un totale di circa 208 milioni di euro, non hanno ricevuto alcun sostegno, a causa dell’insufficiente dotazione finanziaria dell’istituto.

Dall’analisi di un campione significativo (sono state esaminate 7.530 istanze, pari all’89,8% di quelle che sono state finanziate), emerge che la provincia con il maggior numero di istanze approvate è quella di Bolzano, con 833 imprese ammesse a fruire del beneficio per circa 59,7 milioni di euro, seguita dall’area di Forlì - Rimini (598 imprese ammesse e 15,1 milioni di euro) e dalla provincia di Napoli (393 imprese ammesse e 18,5 milioni di euro).

Completano la top ten la provincia di Venezia (371 imprese e 15,2 mln), l’area metropolitana di Milano - Monza – Lodi (358 imprese e 19,4 mln), la provincia di Roma (332 imprese e 17,8 mln), Trento (315 imprese e 10,5 mln), Brescia (256 imprese e 10,9 mln), Verona (207 imprese e 9,4 mln) e Padova (147 imprese e 8,2 mln)

Settori immobiliari in cui investire nel 2019

Altri settori trainano la crescita degli investimenti secondo Cbre, in particolare:

Settore uffici: ottimi risultati nel terzo trimestre con 2,45 miliardi di euro investiti, in una crescita del 45% rispetto al terzo trimestre 2018. Milano mantiene la sua leadership sul mercato, con 30 operazioni per 1,5 miliardi investiti in totale. Ottima performance anche per Roma, con 709 milioni di investimenti.

Settore retail: mostra un segnale di ripresa avvicinandosi ai volumi registrati nello stesso periodo del 2018 (1,8 miliardi di euro) e attestandosi a 1,7 miliardi di euro. Gli investitori istituzionali domestici ed esteri continuano a credere in questa asset class e a cercare prodotto di qualità di tipo core o value-add.

Settore logistica: in netto miglioramento la performance del settore Logistica, con volumi di investimento pari a 463 milioni di euro. I principali player del mercato continuano a investire, confermando di credere fortemente in questa asset class, ma si affacciano sul panorama italiano anche nuovi protagonisti, alcuni provenienti dalla zona asiatica.

Settore residenziale: nel 2018 è stata la prima asset class per investimenti in America e la seconda, dopo gli uffici, in Europa. In Italia la percentuale è ancora marginale, ma il settore residenziale sta vivendo un periodo di forte crescita e trasformazione.

 

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