Commenti: 0

Uno studio condotto da due ricercatori della Banca d’Italia smorza gli entusiasmi sulle politiche sul lavoro del Governo Renzi. Da quanto emerso, infatti, gli effetti positivi delle riforme messe in atto dall'esecutivo, che hanno contribuito a far crescere il numero di assunzioni a tempo indeterminato, sono legati principalmente agli incentivi fiscali piuttosto che al Jobs Act.

Lo studio, visionato dal quotidiano La Repubblica, utilizza dati provenienti dal Veneto relativi ai mesi tra gennaio 2013 e giugno 2015 ed è stato condotto da Paolo Sestito, capo del servizio Struttura Economica di Bankitalia, ed Eliana Viviano.

In base a quanto evidenziato, la combinazione del contratto a tutele crescenti, uno dei punti forti del Jobs Act, e degli incentivi spiega solo il 5% delle nuove assunzioni a tempo indeterminato. Dal momento che i contratti a tutele crescenti sono un quinto delle nuove assunzioni nel campione, i ricercatori ritengono che il Jobs Act ha contribuito a creare appena l’1% dei nuovi posti. A determinare il vero effetto positivo sulle assunzioni è stata l’introduzione degli incentivi fiscali.

Al  contratto a tutele crescenti, il governo ha affiancato un piano di incentivi fiscali validi per tutto il 2015, che permette al datore di lavoro di non pagare, fino a una certa soglia, i contributi dei neoassunti per tre anni. Un incentivo che è stato ridotto per quest’anno, portandolo dal 100% al 40%, e tagliandone la durata a due anni invece di tre.

Secondo gli studiosi di Bankitalia, estrapolando il dato veneto a tutto il territorio nazionale, il pacchetto di misure formato da Jobs Act e incentivi ha contribuito a creare circa 45.000 nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato nei primi sei mesi del 2015.

Gli autori dello studio, però, affermano di non poter fornire una valutazione complessiva delle nuove regole sui licenziamenti, né di riuscire a stimare quale potrebbe essere l’impatto di un’eventuale rimozione degli incentivi statali. Sottolineano inoltre che l’aumento delle assunzioni nei primi mesi del 2015 potrebbe essere stato determinato dall’attesa per le nuove misure già a partire dal 2014.

Vedi i commenti (0) / Commento

per commentare devi effettuare il login con il tuo account