Gli italiani preferiscono l’Italia, anche e soprattutto quando si tratta di lavorare da remoto. Questo è quanto emerge dall’ultimo report sul remote working targato We Are Marketers, movimento di imprenditori digitali italiani guidato da Dario Vignali e Luca Cresi Ferrari.
Italiani in smart working
Secondo il sondaggio, effettuato allo scopo di individuare le località e i benefit più ricercati dai lavoratori da remoto in Italia, che solo nel 2020 sono stati circa 6,6 milioni, quasi il 38% degli intervistati ha un’età compresa tra i 25 e i 34 anni, mentre il 29% rientra nella fascia d’età 35-44. Il 40% dei partecipanti è freelance o dipendente, mentre solo il 19% è imprenditore.
“Per quanto consapevoli del cambio di rotta che stiamo vivendo ormai da più di un anno, ci stupisce un po’ il testa a testa tra dipendenti e freelance, fino a qualche tempo fa tra gli unici a sfruttare la modalità da remoto, - dichiara Dario Vignali, CEO e co-fondatore di Marketers. - Quasi la metà dei partecipanti, infatti, appartiene alla prima categoria (41%) e questo ci conferma che finalmente, anche in Italia, si sta sdoganando il concetto del lavoro senza cartellino”.
Smart working, remote working e nomadismo digitale
In totale, circa il 70% degli intervistati ha scoperto il lavoro da remoto solo durante il periodo della pandemia, a testimonianza del fatto che tale modalità, prima del Covid-19, interessava solo una minima parte dell’universo lavorativo, perlopiù freelance e imprenditori.
Il 41% dichiara di preferire la modalità ibrida, alternando giorni in ufficio a giorni da remoto, mentre il 38% afferma di avere una base fissa “smart” e il 20% si definisce un “nomade digitale”, termine che deriva da un fenomeno sempre più in voga - il digital nomadism - e che indica coloro che sfruttano le nuove tecnologie per guadagnarsi da vivere, conducendo una vita poco sedentaria.
Da dove lavorare in smart working
Ma a fare davvero la differenza nella scelta della modalità di lavoro e della location sono alcune caratteristiche rivelatesi imprescindibili, tra cui le occasioni di networking, il contatto con la natura e la possibilità di conoscere realtà e culture diverse per stimolare la creatività. L’Italia, rispetto all’estero, secondo il report di We Are Marketers si conferma la meta favorita dai lavoratori italiani: il 75% degli intervistati preferisce il Belpaese per lavorare da remoto, complici il clima favorevole, le aree naturali, la variegata offerta culturale e il costo della vita in media accessibile.
Quasi un terzo dei soggetti intervistati dichiara di ricercare la vicinanza a parchi e aree verdi per svolgere il proprio mestiere: non stupisce, a tal proposito, che sul podio delle regioni indicate come le più adatte al remote working compaiano Trentino-Alto Adige, Toscana e Sardegna, dove arte e natura sono protagoniste.
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