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Si completa la riforma del lavoro con gli ultimi quattro decreti delegati licenziati dal governo. Come spesso è avvenuto sotto il governo Renzi, l'annuncio del varo ha preceduto la diffusione del testo completo, per cui ancora non risulta chiaro se l'esecutivo abbia tenuto conto o meno di suggerimenti giunti dalle commissioni parlamentari e come andranno declinate alcune delle norme contenute nei provvedimenti usciti dal consiglio dei ministri. Ma vediamo quali sono le novità più importanti

Jobs act, ammortizzatori sociali 2015

Fra le norme approvate c'è senz'altro l’estensione ai lavoratori delle imprese che hanno tra 5 e 15 dipendenti degli ammortizzatori sociali. Vale a dire che 1,4 milioni di persone in più potranno accedere alla cassa integrazione. Strumento che avrà, per tutti, un tetto di due anni di utilizzo. Elevabile a tre solo nel caso in cui si faccia ricorso a contratti di solidarietà.

Jobs act naspi 2015

Sempre a proposito di ammortizzatori, la Naspi, la nuova versione dell'indennità di disoccupazione, varata quest'anno, avrà sempre durata di 24 mesi, grazie alla stabilizzazione del finanziamento decisa dal cdm. In precedenza era previsto che scendesse a 18 nel 2017. Diventano strutturali anche i fondi per gli interventi su maternità, permessi, cure parentali, che erano contenuti nei decreti sulla conciliazione vita-lavoro. In precedenza erano previsti solo per il 2015, in via sperimentale.

Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro

I decreti delegati di venerdì contemplano anche l'istituzione dell'Agenzia nazionale per le politiche attive (Anpal), che si affianca ai centri per l'impiego, rafforzati in base a un accordo con le Regioni. A chi percepisce la Naspi da più di quattro mesi potrà essere concesso anche un “assegno di ricollocazione”, che non costituirà reddito imponibile e potrà essere utilizzato presso i centri per l'impiego stessi o altri soggetti accreditati per svolgere politiche attive di riavviamento al lavoro. La somma varierà in funzione del “profilo di occupabilità”.

Inoltre, a lavoratori titolari che percepiscono strumenti di sostegno al reddito potranno essere richieste attività di servizio nei confronti della collettività nel territorio del Comune di residenza.Ciò non determinerà l'instaurazione di un rapporto di lavoro. Verrà loro versato un assegno sociale erogato dall'Inps.

Nuovo ispettorato del lavoro

Sono state, inoltre, unificate nel nuovo ispettorato generale lavoro le competenze prima distribuite fra vecchio ispettorato, Inps e Inail. Prevedendo, inoltre, un coordinamento con le Asl. Spariscono le dimissioni in bianco, usate dai datori di lavoro come strumento ricattatorio, per lo più nei confronti delle lavoratrici. Per lasciare definitivamente il posto di lavoro si dovrà, d'ora in poi, usare un modulo scaricato dal sito del ministero, numerato e datato.

Jobs act controllo a distanza dei lavoratori

Le norme più controverse sono, senza dubbio, quelle che riguardano i controlli a distanza. L'articolo 4 dello Statuto dei lavoratori è stato riscritto per renderlo al passo con le tecnologie moderne. Disciplina specifica è stata approntata per telefoni e tablet aziendali. I dati raccolti potranno essere uilizzati a fini disciplinari. Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha assicurato che verrà rispettata la privacy, ma i sindacati sono sul piede di guerra.

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