Per analizzare la redditività di un’azienda o di un investimento è necessario fare riferimento a degli indici che permettano di avere in maniera chiara un riscontro e in particolare di vedere quanto un’impresa o un investitore guadagnano rispetto al capitale investito inizialmente.
Tra gli altri si segnalano in particolare il ROI e il ROE, due indicatori chiave che misurano la redditività da prospettive diverse. La differenza tra ROI e ROE è che il ROI (Return on Investment) indica quanto rende un investimento rispetto al capitale complessivamente impiegato, mentre il ROE (Return on Equity) valuta la redditività riferita esclusivamente al capitale proprio degli azionisti.
Qual è la differenza tra ROI e ROE?
Le sigle ROI e ROE facilmente possono essere confuse, pur presentando delle differenze non da poco. Questi due indicatori sono utilizzati per misurare l'efficacia degli investimenti, ma si differenziano per quello che riguarda il loro calcolo e la loro applicazione.
Il ROI, acronimo di “Return on investment”, che tradotto in italiano vuol dire ritorno sull’investimento, indica la redditività del capitale investito, cioè quanto profitto genera ogni euro impiegato, ad esempio nelle attività operative di un’azienda o di un prodotto finanziario o di un investimento immobiliare, a seconda del contesto cui si riferisce. In altre parole con il ROI si misura quanto rende un investimento rispetto al costo sostenuto per lo stesso.
Il ROE, acronimo di “Return on equity”, ossia rendimento sul capitale proprio, rappresenta la redditività del capitale proprio, cioè quanto rendimento ottengono gli azionisti o i soci rispetto al capitale che hanno investito. Nel caso di una società, il ROE misura quanto la stessa riesce a produrre profitto utilizzando il proprio capitale netto. Se si parla invece di un immobile, il ROE indica quanto rendimento ottiene l’investitore rispetto al denaro effettivamente messo di tasca propria, al netto di un eventuale mutuo.
La differenza tra i due indicatori è che il ROI ha un approccio più ampio ed è quindi più adatto per valutazioni generali, poiché serve a valutare la redditività di un investimento indipendentemente dalla sua forma di finanziamento, sia con capitale proprio che con fondi esterni.
Il ROE, invece, si focalizza sulla capacità del patrimonio netto di produrre utili, evidenziando quanto rende effettivamente il capitale investito. Il ROI, quindi, fornisce una misura della redditività complessiva, mentre il ROE consente di valutare quanto efficacemente viene utilizzato il patrimonio degli azionisti.
Come si calcola il ROI e il ROE?
Per calcolare il ROI e il ROE si seguono due modalità differenti, ma in entrambi i casi si parte da una formula base, che può variare a seconda del contesto di riferimento, cioè se si vuole conoscere il ROI e il ROE immobiliare o aziendale, giusto per citare due esempi. Ecco le due formule base:
- ROI: (utile netto / capitale investito) X 100;
- ROE: (utile netto / capitale proprio) X 100.
Per calcolare il ROI si divide l’utile netto, ossia il guadagno totale al netto dei costi, per il totale dell’investimento, moltiplicando poi il risultato per 100 e ottenendo così la percentuale di ritorno sull’investimento. La formula del ROI è diversa da quella del ROE, visto che quest’ultima si ottiene dividendo l’utile netto per il patrimonio netto o capitale proprio, per poi moltiplicare il risultato per 100.
Ecco un esempio di ROI e ROE e in particolare di calcolo di questi due indicatori, prendendo come ipotesi l’acquisto di un immobile. Se l’investimento è di 150.000 euro e l’immobile viene rivenduto a 180.000 euro, l’utile realizzato è di 30.000 euro e si ottiene così un ROI del 20%.
Si consideri ora la stessa operazione immobiliare, ipotizzando però che la spesa dei 150.000 euro sia stata finanziata per 50.000 euro con soldi propri e per i restanti 100.000 euro con un mutuo, costato 5.000 euro in termini di spese. Per il calcolo del ROE bisogna sottrarre ai 30.000 euro di utile i 5.000 euro di costi del mutuo, dividere il risultato per il capitale proprio investito, pari a 10.000 euro, e moltiplicare per 100, ottenendo così un risultato pari al 250%.
Quanto deve essere il ROI per essere buono
Non è così semplice e automatico stabilire quanto deve essere il ROI per essere considerato buono, perché ci sono diversi fattori che influenzano la sua valutazione. A condizionare questo indicatore sono infatti il settore di riferimento, il rischio, il costo medio del capitale e il tempo.
In pratica, un ROI di un certo livello potrebbe essere considerato ottimo per alcuni settori tradizionali e buono o discreto per altri, come anche una stessa percentuale sarà molto diversa se riferita ad esempio solo a un anno o a un arco temporale più esteso. In linea generale si possono indicare dei valori di riferimento di massima, in base ai quali un ROI si può considerare buono per un livello compreso tra l’8% e il 9%, mentre è ottimo per valori pari o superiori al 10%-12%.
Come capire se il ROE è buono
Anche nel caso del ROE non esiste un livello universale al quale fare riferimento per verificare la sua bontà o meno. Quest’ultima dipende infatti dal confronto con il tasso di rendimento di investimenti alternativi con rischio basso o quasi inesistente, come i titoli di Stato, ma tiene conto anche della media del settore e del rischio associato all’investimento in questione.
Un ROE elevato è sicuramente un segnale positivo, ma se si sale oltre certi livelli potrebbe segnalare dei rischi da valutare con molta attenzione, mentre quando è basso o addirittura negativo, indica che il rendimento generato è inferiore al capitale investito.
Tendenzialmente un ROE tra il 10% e il 14% è buono, mentre al di sotto di tali valori basso può segnalare scarsa redditività o capitale sovrabbondante e al di sopra degli stessi sarà da monitorare, per verificare che non ci sia un uso eccessivo della leva finanziaria.
Relazione tra ROI, ROE e leva finanziaria
Il ROI e il ROE, pur essendo due indicatori diversi tra loro, sono strettamente collegati, visto che entrambi misurano la redditività di un investimento, ma da angolature differenti. La relazione tra ROI e ROE si basa sul ruolo della leva finanziaria, cioè sull’utilizzo del capitale di terzi, quindi di debiti, accanto a quello proprio.
La leva finanziaria si può considerare come un ponte che collega ROI e ROE e la relazione tra i tre dimostra che l’indebitamento può essere un potente strumento per accrescere la redditività del capitale proprio, ma solo se si mantiene un ROI superiore al costo del debito.
Quando il ROI è maggiore o minore del costo del capitale preso a prestito, la leva finanziaria amplifica o riduce il ROE, aumentando quindi o penalizzando il rendimento del capitale proprio.
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