La cucina italiana è conosciuta e apprezzata in tutto il mondo per i suoi eccellenti prodotti, per la sua varietà e per la sua tradizione culinaria. Forse non tutti sanno però che lungo la nostra penisola si nascondono vere e proprie stranezze culinarie.
Da nord a sud troviamo infatti pietanze curiose, dai nomi bizzarri e, in qualche caso, cibi che richiedono una certa dose di coraggio per essere mangiati.
Preparati per un viaggio gastronomico curioso e insolito, fatto di specialità che raccontano la storia del territorio in cui vengono prodotte e delle persone che da generazioni si tramandanoricette e particolaritecniche di elaborazione. Le tue papille gustative vivranno un’esperienza unica sperimentando alcuni dei sapori più strani del nostro paese.
La Toscana è una delle regioni più gustose d’Italia, celebre per la sua gastronomia e per i prodotti del suo territorio ma forse non tutti conoscono il lampredotto, street food per eccellenza della bella città di Firenze.
Passeggiando per le strade del capoluogo toscano troverai molti chioschi che ancora oggi offrono questo piatto tipico della cucina povera. Viene preparato cuocendo a lungo uno dei quattro stomaci del bovino, l’abomaso, a cui vengono aggiunti pomodoro, cipolla, prezzemolo e sedano.
Di solito viene servito e consumato all’interno di un panino: uno spuntino perfetto da assaporare mentre si ammirano le meraviglie della città.
Non farti ingannare dal nome: questo prodotto tipico della provincia dell'Aquila non ha nulla a che vedere con il mulo. Si tratta infatti di un insaccato, la mortadella di Campotosto, che vanta una tradizione di ben 500 anni e, a causa della scarsa produzione, è una vera e propria rarità.
La particolarità di questa mortadella è che al suo interno nasconde una barretta di lardo, che si scopre una volta che il salume viene tagliato. In questo caso la stranezza risiede nel modo con cui popolarmente ci si riferisce a questo prodotto: "coglioni di mulo".
Dopo una camminata sui verdissimi Monti della Laga, luogo in cui venivano allevati i suini con cui anticamente si faceva questa mortadella, non c’è nulla di meglio che un buon bicchiere di vino e qualche fetta di questo insaccato dal nome originale per recuperare le energie.
Se sei un amante del sushi la destinazione del tuo viaggio alla scoperta delle stranezze culinarie della nostra penisola è Bari. Una delle specialità gastronomiche del capoluogo pugliese è infatti il polpo crudo.
Sul lungomare barese, oltre ad assaporare questo delizioso mollusco in tutta la sua freschezza, potrai assistere a uno spettacolo davvero unico, quello dell’arricciatura del polpo: abili pescatori sbattono energicamente il polpo sugli scogli per “arricciarlo”, rendendo così più teneri i suoi tentacoli. Dopo le varie fasi di cui si compone questa particolare tecnica che si tramanda da generazioni, il polpo è pronto per essere mangiato, rigorosamente crudo.
Non perderti questa delizia frutto di un’antichissima tradizione che racchiude tutto il sapore del mare.
Tra i prodotti più curiosi della nostra gastronomia non poteva mancare il casu martzu, ossia il formaggio sardo con i vermi. In questo caso il nome non è uno scherzo, si tratta proprio di un formaggio pecorino o meglio caprino colonizzato dalle larve della mosca casearia.
Questa prelibatezza sarda è diffusa in tutta l’isola, anche se il nome cambia in base alla zona ed è inserito all’interno della banca dati dei Prodotti agroalimentari tradizionali italiani del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali.
Il sapore di questo formaggio, che all’interno si presenta come una crema omogenea, è molto particolare e pungente e la sua degustazione è un’esperienza riservata ai palati più temerari.
per commentare devi effettuare il login con il tuo account