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Mancano pochi giorni al 20 maggio, quando partirà in forma sperimentale il part time agevolato per i lavoratori prossimi alla pensione, così come previsto dalla legge di Stabilità 2016. A confermarlo il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, con un videomessaggio inviato a Napoli alla Giornata nazionale della previdenza. Vediamo come funziona questa forma di flessibilità in uscita.

Il part time agevolato rappresenta una soluzione per favorire l’uscita agevolata dal mercato del lavoro. Può essere richiesto dal lavoratore che si trova a meno di 3 anni dalla pensione anticipata e ha maturato almeno 20 anni di contributi.

Spetta all’Inps certificare il raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia entro il 31 dicembre 2018 e dare l’autorizzazione. Deve essere poi richiesta apposita autorizzazione alla Direzione territoriale del lavoro.

Raggiunto l’accordo per il passaggio all’orario part time, l’azienda provvede ad aggiungere alla busta paga una cifra esentasse corrispondente ai contributi che avrebbe dovuto versare all’Inps. La differenza contributiva tra il part time e il full time sarà invece versata dallo Stato

Gli effetti immediati sono la riduzione dell’orario di lavoro, che va dal 40% al 60%; la riduzione dello stipendio, pari a circa il 20-25%; la pensione mantenuta al 100%.

Non possono optare per il part time agevolato i dipendenti pubblici e statali, i lavoratori autonomi e i lavoratori del settore privato con contratto di lavoro a termine o a part time.

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