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Dal 24 agosto, giorno del terribile sisma di Amatrice, ad oggi 58.000 scosse hanno fatto tremare la nostra penisola. Alcune appena percepibili dall'uomo, altre con una forza devastante, ma che parlano di un'unica realtà: l'Italia è uno dei Paesi con il più alto rischio sismico al mondo. Una pericolosità dovuta non solo alla configurazione geologica del nostro territorio, ma anche alla particolarità del nostro patrimonio architettonico e immobiliare. Esperti geologi, sismologi e architetti e persone che hanno vissuto sulla propria pelle le conseguenze del terremoto raccontano a idealista news tutto cio' che c'è da sapere sugli eventi sismici e sulla prevenzione necessaria per mettere in sicurezza case e persone.

Terremoti dal 24 agosto ad oggi

Oltre 58.000 scosse di qualsiasi magnitudine. Sono quelle che hanno percorso il nostro Paese da nord a sud dal 24 agosto 2016 e il cui numero è aggiornato in tempo reale sul sito di INGV, il Centro Nazionale Terremoti. Sebbene molte di esse non sono state avvertite dall'uomo, svelano la natura altamente sismica del nostro territorio.

Terremoti in Italia, una storia che si ripete

Quella dei terremoti non è una storia recente, ma legata alla natura geologica del nostro territorio. Limitandosi solo agli ultimi 100 anni, questi sono gli eventi sismici che hanno più duramente colpito il nostro Paese. 

Tornando ancora più indietro nel tempo, nella stessa zona di Amatrice martoriata dal sisma del 24 agosto, nel 1639 un devastante sisma portò alla morte di oltre 500 persone. L'architetto romano Carlo Maria Sadich - presidente della Compagnia del Progetto e uno degli esperti che fanno parte del tavolo di ricostruzione post terremoto - mette in guardia dal rischio che "in queste zone non rimanga più nessuno, perché le persone per paura stanno già abbandonando le loro case".

Il rischio sismico in italia 

Secondo Francesco Peduto, presidente del Consiglio nazionale dei geologici, "tutto il nostro Paese è a rischio sismico, con intensità attesa differente". "La zona più a rischio è la fascia appenninica. Allontandosi dalla parte centrale e avvicinandosi alle due aree costiere, adriatica e tirrenica, l’intensità attesa va a diminuire. Ma, tranne la Sardegna e una piccola area della Puglia, non ci sono zone che non sono a rischio sismico". 

L'alta sismicità del nostro territorio è dovuta principalmente a tre fattori. "Il primo - spiega il professor Paolo Riva, vice presidente dell'Associazione sismica italiana - si chiama pericolosità sismica (ovvero la sismicità di fatto del nostro territorio), mentre gli altri due riguardano la vulnerabilità di un edificio (quanto a parità di condizioni un immobile è incline a essere danneggiato da un terremoto) e l'esposizione. Un edificio calato in un contesto urbano, all'interno di un aggregato urbano è più soggetto a subire dei danni a causa dei danni dei vicini, rispetto ad un edificio che si trova in una zona scarsamente popolata".

Come costruire una casa antisismica

La vulnerabilità del nostro patrimonio architettonico va di pari passo con la necessità di approntare una serie di interventi per mettere in sicurezza tanto gli edifici nuovi che quelli già esistenti. Le teniche e le conoscenze ci sono, ciò che manca è una politica della prevenzione realmente efficace. Secondo il presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri (Cni), Armando Zambrano: "Università, professionisti e mondo scientifico hanno elaborato negli anni tutta una serie di tecniche che possono rendere tutti gli edifici sicuri".

Il sisma-bonus nella legge di Stabilità 2017.

Il caso l'Aquila

Il terremoto è uno dei più grandi incubatori per la sperimentazione di nuove tecnologie. Spesso è proprio dopo un evento sismico che si mettono a punto nuove tecniche per la messa in sicurezza degli edifici. Ma servono anche per rendersi conto di quali soluzioni, spesso troppo legate alla specificità di un territorio, non è opportuno ripetere in futuro. Uno dei casi più controversi riguarda sicuramente il terremoto dell'Aquila, nell'occhio del ciclone per le famose new town, i casi di infiltrazione mafiosa o i ritardi nella ricostruzione.

 

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