Un tabú è stato sfatato, secondo l'ultimo report immobiliare di tecnocasa. I prezzi delle abitazioni scendono in modo più deciso nelle grandi città, rispetto ai piccoli centri. Persino Roma fa registrare un forte calo, mentre solo Milano perde terreno in forma più contenuta. Il residenziale è sempre più in crisi e chi vuole vendere deve armarsi di molta pazienza. Tecnocasa tuttavia prevede, per chi vuole acquistare, occasioni come non se ne vedevano da tempo
Il primo dato che colpisce è il confronto tra grandi città (-5,4%) e i capoluoghi di provincia (-4,4%), in cui vediamo come per la prima volta a perdere maggiore terreno siano proprio i big
Secondo il franchsing entro l'anno le diminuzioni oscilleranno infatti tra il 7 e il 9% (al lordo dell'inflazione), mentre le compravendita saranno al di sotto delle 500mila unità
Solo Milano tiene, relativamente, dato che nel primo semestre la diminuzione è stata del 2,8%. Roma invece lascia sul terreno il 5,3%. Sui tempi di vendita si viaggia ormai sui 9 mesi
Il rapporto di tecnocasa è certamente quello che prevede dei cali maggiori, rispetto a gabetti, o al quotidiano the economist, che parla di un 7%, cifra su cui si allinea anche la confindustria. Il franchsing è però d'accordo con i i colleghi/concorrenti di re/max, sul fato che questo potrebbe rivelarsi come il miglior momento per cercare casa
55 Commenti:
Vorrei anche io dire la mia opinione....recentemente una mia cara amica ha avuto a che fare con un'agenzia immobiliare sia per vendere a Firenze,,,sia per ricomprare a Milano.
Ha dovuto preoccuparsi di tutte le perizie, anzi a Firenze ha chiamato un geometra e se lo è pagato, mentre l'agenzia di
Signori innanzitutto un a.i.non vende ma media tra due parti... premesso questo...vi ricordo che non sta scritto da nessuna parte che una persona è obbligato ad entrare in agenzia.... buona serata.
Per vostra informazione , l'economist ha pubblicato il 26 nov 2011 uno studio sul mercato immob. Mondiale. Rispetto ai redditi e agli affitti la situazione initalia risulta sopravvalutata rispettivamente del 18% e 7%.
. Altri paesi come Belgio , francia, spagna, inghilterra sono messi molto peggio di noi.
Quando ho comprato casa a Milano nel 98, mi davano del pazzo perché la borsa dava rendimenti molto superiori e il mercato immobiliare era in crisi dal 91. Dopo 14 anni il prezzo é praticamente triplicato, chi ha investito in borsa, compreso molti "esperti", hanno visto i propri risparmi decimati dalla bolla cosiddetta di internet.
Ma io la casa la abito, non la venderei neanche per 5 volte il prezzo di acquisto, così come non mi preoccuperei se il suo valore per assurdo si dimezzasse. Perché la abito e i guadagni o perdite sono virtuali.
Ora non dico che bisogna comprare sempre e tutto, ma se uno deve soddisfare la sua primaria esigenza d'abitazione, ha i soldi e/o una certa tranquillità sulle prospettive di lavoro , con molta pazienza e metodo puó trovare sicuramente in questo momento delle buone occasioni, con prezzi già vicino al valore "normale" rispetto al parametro del reddito nazionale medio.
Questa é certamente un'opinione, ma non ne posso piú di leggere solo commenti catastrofisti a prescindere.
Ps in America secondo lo studio dell'economist, il calo dei prezzi é stato del 27%, non del 50% !
Quando ho comprato casa a Milano nel 98, mi davano del pazzo perché la borsa dava rendimenti molto superiori e il mercato immobiliare era in crisi dal 91. Dopo 14 anni il prezzo é praticamente triplicato, chi ha investito in borsa, compreso molti "esperti", hanno visto i propri risparmi decimati dalla bolla cosiddetta di internet. Solamente 3 osservazioni: 1) proprio perché in 14 anni i prezzi si sono triplicati, al contrario degli stipendi che oltre a non triplicarsi sono diventati precari, oggi, dico "oggi!", non ha alcun senso investire nel mattone. 2) gli "esperti" ai quali fa riferimento erano quelli che investivano nei titoli tecnologici che facevano un +100% dalla mattina alla sera. Ma chi investiva in questo modo investiva al più qualche milione di lire giusto per giocarci, non 500 milioni, poi se c'è qualcuno che ha rischiato e ci ha rimesso tutto... anche quello fa parte della selezione naturale. 3) per capire dove stiamo andando non si può solo fare riferimento all'economist. Che ne direbbe se le dicessi che tempo fa hanno preso a lavorare nella mia azienda un consulente come dipendente delle cooperative (si li chiamano così ma è manovalanza mal pagata) laureato con 110 e lode in ingengneria delle tlc alla sapienza e pagato 1.000 euro al mese e la stessa azienda ha aperto la procedura di mobilità per diverse centinaia di persone esclusivamente indirizzata ai dipendenti a tempo indeterminato perché i dipendenti costano tanto mentre le spese per i consulenti se le detraggono? un laureto del genere in qualsiasi paese dove le cose funzionano guadagnerebbe almeno 2.000 euro al mese solo per iniziare. Ovviamente questi sono stipendi medio alti per un entrante nel mondo del lavoro, pensiamo tutti gli atri che assumono a stage a progetto, a partita iva e a tutte le altre forme di contratto che non hanno né ferie, né malattia, contributi ridotti e della maternità neanche a parlarne... però vogliono ancora vendere le case a ponte di nona a 5.000 euro al metro quadrato... si, certo, come no, la sopravvalutazione è proprio del 18%
I prezzi si sono triplicati anche perché evidentemente erano molto molto sottovalutati. I cosiddetti esperti, mi consigliavano di investire in finanza al posto che in immobili, gli immobili erano considerati un investimento sorpassato, era meglio investire in fondi di investimento.
Anche professori universitari suggerivano di comprare eventualmente fondi immobiliari piuttosto che direttamente immobili.
Faccio riferimento all'economist perché lo leggo settimanalmente e so' quanto le sue analisi siano valide , obiettive ed in grado di fornire visuali non provinciali.
Per quanto riguarda la sopravvalutazione delle case, l'indagine dell'economist parte proprio dai redditi , il cosiddetto price to earnings , dati ufficiali.
Non parte da ponte nona o dai precari della sua azienda.
Mi hai tolto le parole.è proprio cosi'.
Qualcuno se mai posto la domanda che forse per avere un immobile o piu di uno ,avrà fatto tanti sacrifici???? io ho lavorato tutta una vita e nn cotando le ore della giornata che passavo nei ristoranti a discapito della mia famiglia e dei figli .Qiundi se ho qualcosa d affittare nn è giusto che oggi tutti i miei sacrifici siano vani (io vivo con due affitti.
I prezzi si sono triplicati anche perché evidentemente erano molto molto sottovalutati.
Prolrio cosi' e adesso si stanno dimezzando perche' ancora troppo sopravvalutati.
Rispetto la sua opinione ma non la condivido. Il carattere di un popolo, non cambia cosí facilmente. Ma queste sono considerazioni sociologiche che meriterebbero un separato approfondimento.
Inoltre chi l'ha detto che la stretta creditizia venga allentata solo a seguito di una ripresa economica ? Io credo invece che Appena il sistema bancario si sentirà più stabile, tornerà ad abbassare gli spread applicati ai tassi, in modo da favorire la ripresa economica, spinta dalla Bce.
Questo é quello che sta avvenendo in america, dove la banca centrale é andata oltre ed ha deciso acquisti illimitati di titoli dalle banche, compreso i titoli rappresentati dai mutui bancari ed infatti le banche americane stanno ricominciando ad erogarli.
La bce non può tollerare che il livello di tassi deciso centralmente, non venga recepito dal mercato; in questo senso le recenti dichiarazioni impegnative del nostro super-Mario (draghi).
La battuta di keynes é carina, ma il personaggio non mi piace perché é proprio grazie ai suoi miserabili Epigoni maestri della spesa pubblica, che a forza di pensare "che ce ne frega, tanto nel lungo periodo saremo tutti morti" ci troviamo con questo debito mostruoso.
Io non sono keynes, ma penso invece che Le scelte contingenti vanno invece fatte pensando al lungo periodo. Nella vita pubblica , cosí come nella vita privata.
Probabilmente mi sono espresso male ma intendevo dire che sia la fine della stretta creditizia, sia la ripresa dell'economia devono verificarsi per dare un impulso al mercato, infatti se anche vi fosse la ripresa, dovrebbe passare un tempo fisiologico di consolidamento e la gente dovrebbe incrementare risparmi e fiducia verso il mercato immobiliare.
Per quanto riguarda il carattere del popolo italiano, è vero che è diverso dagli altri, ma il carattere, che include cultura e abitudini è una conseguenza delle condizioni che hanno costituito terreno fertile perché queste potessero diventare i segni caratteristici del popolo italiano e non il viceversa.
Un esempio banale e scontato ma che rende bene l'idea: una persona quarant'anni o cinqunt'anni fa poteva anche pensare di investire tantissimo sulla sua casa perché sapeva benissimo che con un minimo di preparazione avrebbe potuto inizare a lavorare in un'azienda e con grandissime probabilità nella stessa, a meno di una sua personale decisione, avrebbe potuto anche andarci in pensione. Qualora non si fosse trattato di un'azienda, ci sarebbero state anche altre opportunità nella pubblica amministrazione o nella polizia o altro.
La domanda che le faccio è la seguente: pensa che ancora sia così? per quello che io vedo la risposta è senza dubbio, no.
A questo punto cultura, abitudini, e chi più ne ha più ne metta, rimangono per un numero di persone sempre crescente solamente un sogno perché c'è veramente poco da fare: se non sussitono più i pilastri (lavoro, economia, tipologia di contratti e solida prospettiva di una crescita costante), tutto si deve adattare alle nuove condizioni assumendo valori ed importanza commisurata con la nuova realtà.
Questo è quello che tra le righe è la conseguenza di quello che super-mario ci ha detto senza mezzi termini pochi giorni fa quando ha parlato del lavoro e come esso deve essere inteso (flessibile e adattabile alle esigenze in continuo cambiamento).
Conseguentemente se l'Italia oggi si trova in una condizione critica che vede un altissimo tasso di disoccupazione e beni in vendita a prezzi giustificabili con una realtà che è quella di 30 anni fa alla quale vanni sommati anche gli effetti della fortissima speculazione alla quale abbiamo assistito a partire dal 2002, evidentemente per rientrare in carreggiata dovremo dapprima uniformarci alle esigenze di un sistema economico totalmente diverso e conseguentemente i beni, l'interesse verso di essi e quindi il loro valore, assumeranno una nuova importanza nella vita delle persone.
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