Introdotti nel 2008 con lo scopo di tutelare le categorie deboli e combattere il lavoro nero, i voucher sono buoni da 10 euro l’ora (7,5 euro netti) destinati alle prestazioni occasionali e accessorie. Negli anni è stato allargato il loro utilizzo dall’ambito domestico ai settori professionali.
I buoni lavoro vengono oggi utilizzati da aziende nel settore del commercio, dell’agricoltura e dell’intrattenimento per prestazioni di lavoro che non superino i 7mila euro netti annui di retribuzione. In precedenza la soglia era fissata a 5mila euro, nel 2015 con il Jobs Act tale somma è stata elevata. Per i pensionati o cassaintegrati la cifra scende a 3mila euro.
Utilizzando i voucher, il committente può beneficiare di prestazioni nella completa legalità, con copertura assicurativa Inail per eventuali incidenti sul lavoro, senza rischiare vertenze sulla natura della prestazione e senza dover stipulare alcun tipo di contratto.
Il lavoratore può integrare le sue entrate attraverso le prestazioni occasionali il cui compenso è esente da ogni imposizione fiscale e non incide sullo stato di disoccupato o inoccupato. Il lavoro accessorio è cumulabile con i trattamenti pensionistici e compatibile con i versamenti volontari. L’utilizzo dei voucher in caso di società appaltatrici di servizi è consentito esclusivamente nel caso dell’attività di stewarding in manifestazioni calcistiche.
I soggetti che possono accedere al lavoro accessorio sono i pensionati, gli studenti nei periodi di vacanza, i cassintegrati, i lavoratori in part-time, gli extracomunitari in possesso di un permesso di soggiorno che consenta lo svolgimento di attività lavorativa e gli inoccupati.
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