Torna la fiducia nel mattone, ma la crisi continua a mordere nelle periferie delle grandi città e gli immobili di fascia medio-bassa. È quanto emerge dall’analisi trimestrale dei prezzi delle case di seconda mano di idealista.it in tre delle principali piazze immobiliari italiane. Il secondo trimestre dell’anno in corso registra un deciso rialzo dei valori a Milano (+3,9%) e Torino (+3,1%), mentre è in recupero Roma (+0,6%)
A Milano, dove il prezzo medio del mattone è arrivato a sfiorare i 4 mila euro al metro quadro, il mercato è sempre più polarizzato. Crollano i prezzi in periferia - vigentino-chiaravalle e vialba gallaratese –, continuano a lievitare le quotazioni delle zone centrali guidate da garibaldi-porta Venezia , seconda nella graduatoria dei quartieri più cari solo al centro storico con i suoi 8.579 euro/m² (vedi nel dettaglio quartiere per quartiere)
Il quartiere san Paolo ha ridato slancio al mattone torinese. L’area più densamente popolata della città, segna l’inversione di tendenza in un mercato tradizionalmente privo di scossoni. In forte recupero anche il centro , mentre crollano le quotazioni di aurora-rebaudengo che diviene la zona più economica della città (vedi nel dettaglio quartiere per quartiere)
Riparte lento, ma riprende quota anche il mattone a Roma, dove i prezzi hanno registrato un modesto incremento pari allo 0,6%
14 dei 19 quartieri monitorati da idealista.it presentano il segno più: il centro di Roma non conosce la crisi (+4,5%), ma la migliore performance trimestrale spetta a Roma est-autostrade (+6,8%) dove sorgono i nuovi insediamenti residenziali della bufalotta (vedi nel dettaglio quartiere per quartiere)
Il progetto dalla nuova metro mette il turbo ai quartieri monte mario (6,1%; 4.150 euro/m²) e casilino-centocelle (3%; 3.470 euro/m²)
Fanno da contraltare le performance negative del quartiere aurelio (-5,6%; 4.147 euro/m²), e le aree “ex-emergenti” tagliate fuori dai progetti di potenziamento dei servizi di trasporto pubblico come monte sacro (-4,2%; 4.364 euro/m²) e ostia (-3,9%; 3.051 euro/ m²)
Per Vincenzo de Tommaso, portavoce di idealista.it, “il mercato sembra avere invertito la rotta, ma solo per quanto riguarda gli immobili di qualità, in zone ben servite dai mezzi di trasporto pubblico o in aree interessate da interventi di riqualificazione. Bene anche i quartieri universitari per il mattone da investimento, male le periferie e in generale gli immobili del segmento medio-basso ad eccezione di Roma. Per queste case la discesa dei prezzi non si può dire ancora finita”
96 Commenti:
A tutti gli agenti immobiliari in ascolto: ma non vi siete ancora stancati di scarpinare gratis sotto questo solo per dei venditori pieni di pretese. Almeno fatevi pagare 10 euro a visita
Forse vivete in mezzo ai cambi, ma nelle grandi o importanti città le cose stanno cambiando..la ripresa entro il 2012 ci sarà salvo enormi e imprevedibili cattivi eventi
Si è vero i prezzo del mattone è in leggera ripresa, ma sono le banche a non elargire mutui per l'acquisto della casa e secondo il mio punto di vista considerato i tassi molto bassi, non elargiscono in attesa che i tassi aumentino per poterci guadagnare il doppio, derubando sempre di più la povera gente che ha bisogno di una casa per vivere.
Le sensazioni avvertite dagli agenti immobiliari di Napoli e provincia negli ultimi mesi, hanno trovato puntuali riscontri nei fatti.
Durante il primo scorcio del 2010, infatti, si sono materializzati quei timidi segnali di ripresa che hanno portato una boccata di ossigeno ad un mercato che rischiava l’ asfissia.
I dati ufficiali sono eloquenti: nel primo trimestre di quest’ anno le transazioni immobiliari che hanno visto interessati i cespiti residenziali sono aumentate del 16,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (passando da un totale parziale di 1.408 dello scorso anno a 1.636 del 2010).
Ciò non toglie che è ancora troppo presto per essere ottimisti.
Innanzitutto perché durante lo scorso anno sono stati raggiunti minimi storici che, purtroppo, sono risultati essere in linea con un andamento negativo che si registra, ormai, dal 2005.
Basti dire che il numero di transazioni per l’ acquisto di abitazioni nel capoluogo è passato dalle 9.848 del 2005 alle 6.315 dello scorso anno mentre, in Provincia, si è passati dalle 25.537 transazioni del 2005 alle 16.890 del 2009.
Non meno incoraggiante è stato, nello stesso periodo considerato, l’ andamento del numero delle transazioni che hanno riguardato gli immobili “non residenziali”.
In questo ambito, nel 2005 – a Napoli città – le transazioni sono state 1.634: più del doppio di quelle del 2009 (780).
Lo stesso fenomeno, anche se in termini meno drammatici, si è verificato in Provincia. Qui le transazioni sono scese dalle 3.101 del 2005 alle 1.925 dello scorso anno.
C’è da sottolineare, inoltre, che le variazioni nominali dei prezzi di vendita delle abitazioni hanno registrato, nel corso dell’ ultimo anno, un calo del 17,6% (una percentuale quasi pari allo scarto medio che si registra tra prezzo di offerta e prezzo finale di vendita).
Così come non può essere trascurato il fatto che i tempi per la definizione delle trattative si sono enormemente dilatati.
Mediamente per chiudere una trattativa che vede interessato un immobile residenziale nella nostra Provincia occorrono quasi sette mesi (con picchi di 7,9 al centro di Napoli e di 8,8 nei Comuni della Provincia).
In estrema sintesi, dunque, risulta chiaro che solo un paziente lavoro di mediazione – rispetto al quale gli agenti immobiliari svolgono un ruolo fondamentale – e una maggiore ragionevolezza dei venditori hanno, di fatto, sostanzialmente sbloccato il mercato.
Sia pur nella loro freddezza, i numeri ai quali si è appena fatto riferimento, risultano essere eloquenti e riescono a definire un panorama di riferimento sufficientemente chiaro per comprendere la portata di quella che, in ogni caso, resta una gradevole inversione di tendenza.
Ciò non toglie che – come già evidenziato - ogni genere di euforia è immotivato.
L’ incremento che pure si è registrato nel primo trimestre del 2010, infatti, sembra trovare una delle sue principali giustificazioni nella diminuzione del valore degli immobili, più che in altre “cause”.
A questo stato di cose si aggiungono ulteriori motivi di incertezza.
Da tempo, infatti, l’ economia internazionale è interessata da una crisi senza precedenti.
Questo perché si registra una sequenza di eventi che sembra non conoscere tregue. Al tracollo del mercato finanziario-immobiliare che ha fatto vacillare gli USA, sono seguite le note vicende che vedono interessati gli stati che appartengono la Comunità europea e, oggi, le drastiche misure che ci toccano più da vicino per effetto delle manovre finanziarie volte a risanare l’ economia nazionale.
Rispetto a tutto questo, dunque, è lecito domandarsi: la ripresa del mercato immobiliare è davvero iniziata, o si tratta di un fuoco di paglia?
Il Presidente
Saverio Iaccarino
Le sensazioni avvertite dagli agenti immobiliari di Napoli e provincia negli ultimi mesi, hanno trovato puntuali riscontri nei fatti.
Durante il primo scorcio del 2010, infatti, si sono materializzati quei timidi segnali di ripresa che hanno portato una boccata di ossigeno ad un mercato che rischiava l’ asfissia.
I dati ufficiali sono eloquenti: nel primo trimestre di quest’ anno le transazioni immobiliari che hanno visto interessati i cespiti residenziali sono aumentate del 16,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (passando da un totale parziale di 1.408 dello scorso anno a 1.636 del 2010).
Ciò non toglie che è ancora troppo presto per essere ottimisti.
Innanzitutto perché durante lo scorso anno sono stati raggiunti minimi storici che, purtroppo, sono risultati essere in linea con un andamento negativo che si registra, ormai, dal 2005.
Basti dire che il numero di transazioni per l’ acquisto di abitazioni nel capoluogo è passato dalle 9.848 del 2005 alle 6.315 dello scorso anno mentre, in Provincia, si è passati dalle 25.537 transazioni del 2005 alle 16.890 del 2009.
Non meno incoraggiante è stato, nello stesso periodo considerato, l’ andamento del numero delle transazioni che hanno riguardato gli immobili “non residenziali”.
In questo ambito, nel 2005 – a Napoli città – le transazioni sono state 1.634: più del doppio di quelle del 2009 (780).
Lo stesso fenomeno, anche se in termini meno drammatici, si è verificato in Provincia. Qui le transazioni sono scese dalle 3.101 del 2005 alle 1.925 dello scorso anno.
C’è da sottolineare, inoltre, che le variazioni nominali dei prezzi di vendita delle abitazioni hanno registrato, nel corso dell’ ultimo anno, un calo del 17,6% (una percentuale quasi pari allo scarto medio che si registra tra prezzo di offerta e prezzo finale di vendita).
Così come non può essere trascurato il fatto che i tempi per la definizione delle trattative si sono enormemente dilatati.
Mediamente per chiudere una trattativa che vede interessato un immobile residenziale nella nostra Provincia occorrono quasi sette mesi (con picchi di 7,9 al centro di Napoli e di 8,8 nei Comuni della Provincia).
In estrema sintesi, dunque, risulta chiaro che solo un paziente lavoro di mediazione – rispetto al quale gli agenti immobiliari svolgono un ruolo fondamentale – e una maggiore ragionevolezza dei venditori hanno, di fatto, sostanzialmente sbloccato il mercato.
Sia pur nella loro freddezza, i numeri ai quali si è appena fatto riferimento, risultano essere eloquenti e riescono a definire un panorama di riferimento sufficientemente chiaro per comprendere la portata di quella che, in ogni caso, resta una gradevole inversione di tendenza.
Ciò non toglie che – come già evidenziato - ogni genere di euforia è immotivato.
L’ incremento che pure si è registrato nel primo trimestre del 2010, infatti, sembra trovare una delle sue principali giustificazioni nella diminuzione del valore degli immobili, più che in altre “cause”.
A questo stato di cose si aggiungono ulteriori motivi di incertezza.
Da tempo, infatti, l’ economia internazionale è interessata da una crisi senza precedenti.
Questo perché si registra una sequenza di eventi che sembra non conoscere tregue. Al tracollo del mercato finanziario-immobiliare che ha fatto vacillare gli USA, sono seguite le note vicende che vedono interessati gli stati che appartengono la Comunità europea e, oggi, le drastiche misure che ci toccano più da vicino per effetto delle manovre finanziarie volte a risanare l’ economia nazionale.
Rispetto a tutto questo, dunque, è lecito domandarsi: la ripresa del mercato immobiliare è davvero iniziata, o si tratta di un fuoco di paglia?
Il Presidente
Saverio Iaccarino
idealista dovrebbe svolgere la propria indagine non sui prezzi inseriti nel proprio sito dai privati, ma sull'effettivo prezzo di scambio indicato nei rogiti.
È normale che il vero andamento dei prezzi del mercato si rifletta in quanto dichiarato negli atti di compravendita.
Come sempre si deve combattere contro la presunzione dei proprietari che pretendono di ottenere cifre impensabili dalla vendita dei loro immobili e allo stesso tempo abbattere il prezzo dell'immobile da acquistare.
È ovvio che il mercato rallenta e diventa macchinoso e farraginoso.
Il problema è che ci sono migliaia di famiglie che hanno la necessità impellente di comprare casa ma, vuoi la stretta del credito, vuoi l'ignoranza e l'avidità dei proprietari, sono costretti a rimandare di mesi e mesi, facendo andare in fallimento le innumerevoli imprese che gravitano intorno al mondo immobiliare.
Le agenzie immobiliari si trovano ad avere un ruolo molto importante ma allo stesso tempo scarsamente regolamentato e legiferato. Se solo a tutti gli obblighi in capo ai mediatori corrispondessero altrettante regole di mercato, è sicuro che le spese di acquisto di un immobile calerebbero notevolmente, garantendo più transazioni alle agenzie che potrebbero permettersi di abbassare le provvigioni richieste.
Ovviamente mi riferisco a mediatori onesti, in regola, assicurati, iscritti all'albo (soppresso...), che mandano avanti la loro attività con passione nonostante i tempi veramente bui che ancora perdurano e ci attanagliano duramente.
Vorrei rispondere al presidente fimaa ricordandogli che sì, nel primo trimestre si è registrata una timida ripresa delle compravendite, su base annua di oltre il +3% rispetto al 2009, ma rispetto al periodo pre-crisi siamo ancora sotto del 27%... a mio modo di vedere l'incremento che cita lei non è per i prezzi in lieve diminuizione, ma per una presa di coscienza del popolo di questa allarmante situazione di crisi. In poche parole ci si abitua alla difficoltà e quindi, qualsiasi cosa succeda a livello finanziario, la gente avrà sempre necessità di compravendere immobili.
Ma la situazione è tragica e la ripresa è ancora molto ma molto lontana. Manca una politica seria per la casa in Italia, mancano incentivi, mancano detrazioni fiscali importanti, mancano agevolazioni adeguate per chi deve fare un mutuo oltre l' 80%. Una cosa è sicura però: più in basso di così è difficile andare e, visto che il mercato è spietato, il lato positivo della medaglia sta nella depurazione del settore immobiliare che era arrivato a dei livelli insostenibili. Dobbiamo tornare indietro e ripartire con calma. Saluti a tutti.
Penso che comprare casa adesso sia un rischio inutile da accollarsi quando è possibile restare alla finestra e vedere come evolve il mercato.
I prezzi infatti non stanno salendo in maniera vertiginosa anzi in alcuni casi calano e l'unico rischi sembra essere quello di comprare a meno
Fortunatamente non ho comprato casa anche perche' mi e' nato uno splendido figlio e l'asilo nido vale come il mutuo (non avrei mai pensato una cosa del genere).
Non sono d'accordo.il mattone resta sempre l'unico buon investimento e adesso e' veramente il momento di acquistare. Gia' c'e' sentore in giro di ripresa, e sono ripartite le vendite.il mercato ripartira a bomba, e chi non ha comprato rimarra fuori ancora. D'altronde.......se i soldi uno non ce li ha non si deve arrampicare sugli specchi ne dare la colpa altrui. Siate ottimisti!!!!!!!! si riparte e se avete soldi liquidi investite.........fate come me!!!!
Hey Giuseppe, ma dove vivi? da dove sei sbarcato? X caso il tuo vero nome è silvio e vivi in una villona ad Arcore? sembra proprio un suo discorso... w l'ottimismo!!! ps: ora ho capito perchè tutti mettono il cartello "vendesi" fuori delle proprie abitazioni...perchè il mercato sta ripartendo a bomba!!! Ke geni!! Grande giuseppe, m m mi i t t t t i i i i i i c c c o o o o o!!!
Com'è possibile pensare che i prezzi saliranno ancora quando un appartamento di tre stanze e servizi in zona semicentrale di Roma costa più di trentanni di stipendio
Medio, mentre nel 1990 fa ne costava dieci?
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