L’Ape rosa, ossia l’Ape sociale agevolata per le donne, consente alle lavoratrici di usufruire della misura con uno sconto dei contributi richiesti pari a 1 anno per ogni figlio, fino a un massimo di 2 anni complessivi. Le beneficiarie potranno dunque uscire dal lavoro con 28 anni di contributi
L'uscita anticipata dal mercato del lavoro passa da quattro a sette anni per il triennio 2018-2020. E' questo il contenuto di un emendamento approvato dalla Commissione Bilancio del Senato al ddl bilancio.
Milano, Monza-Brianza e Torino, sono queste le prime tre province in cui le pensioni sono più alte. Lo ha reso noto il report “Qualità della vita 2017” del Sole 24 Ore, in base all’indicatore sull’importo medio mensile dell’assegno previdenziale, uno dei 42 parametri presi in considerazione nell’indagine
La commissione Bilancio del Senato ha dato il via libera alle modifiche sulle pensioni. Vengono dunque esclusi dall’innalzamento automatico dell’età pensionabile a 67 anni nel 2019 le 15 categorie di lavori gravosi, per un totale di 14.600 lavoratori
Martedì 21 novembre riprende il confronto tra governo e sindacati sul fronte pensioni. I secondi punteranno a modifiche generali del meccanismo di adeguamento automatico dell’età di pensionamento all’aumento delle aspettative di vita, ma si tratterà anche sul fronte delle maggiori tutele per le lavoratrici con figli e degli assegni di garanzia per i giovani
Nel 62,5% dei casi i pensionati comprano l’abitazione principale, nel 26,8% acquistano per investimento. C’è poi un 10,7% che riguarda la casa vacanza. A renderlo noto l’analisi delle compravendite realizzate attraverso le agenzie affiliate Tecnocasa e Tecnorete sul territorio nazionale nel primo semestre del 2017
Prosegue il confronto tra governo e sindacati sulle pensioni. Si parla adesso di un nuovo meccanismo di calcolo dell’aspettativa di vita, a cui agganciare l’età di pensione, a partire dal 2021, che consideri la media biennale, confrontata con il biennio precedente, da cui ricavare lo scostamento
Quello delle pensioni continua a essere un tema caldo. Governo e sindacati si stanno confrontando, in particolare, sull’automatismo dell’incremento dell’età pensionabile. Qualche giorno fa l’Istat ha infatti certificato i cinque mesi di aumento dell’aspettativa di vita che dovrebbero portare a 67 anni l’età per poter lasciare il lavoro a partire dal primo gennaio 2019
La Corte Costituzionale ha giudicato legittimo il bonus Poletti sulle perequazioni pensionistiche. La Consulta ha respinto le censure di incostituzionalità sollevate, ritenendo che la norma “realizzi un bilanciamento non irragionevole tra i diritti dei pensionati e le esigenze della finanza pubblica”
Confermando le stime, l’Istat ha fatto sapere che si allunga l’aspettativa di vita a 65 anni, cinque mesi in più rispetto al 2013: in Italia adesso la media è di 82,8 anni (85 anni per le donne e 80,6 anni per gli uomini). Fatto che si riflette sull’età in cui si può lasciare il lavoro. Nonostante le richieste di fermare l’adeguamento automatico, il governo ha infatti deciso che non ci sarà alcuno sconto. Dal 2019 la pensione di vecchiaia scatterà a 67 anni
L’Ape aziendale, nuova misura che dovrebbe diventare presto operativa, sarà uno strumento che consentirà al lavoratore in esubero, grazie ai contributi versati dal datore di lavoro, di beneficiare dell’Ape volontario con costi più bassi. Il suo obiettivo è consentire l’uscita dal lavoro a 63 anni, con un minimo di 20 anni di contributi e con penalizzazioni sulla pensione quasi nulle per il lavoratore
E’ entrato in vigore il decreto che rende operativo l’anticipo pensionistico volontario, grazie al quale è possibile uscire dal lavoro a partire dai 63 anni di età. Mancano però gli accordi quadro con le banche e le assicurazioni e quindi i primi assegni partiranno dal 2018
Novità sul fronte dell’Ape social. L’Inps ha completato le operazioni di verifica delle domande di riconoscimento delle condizioni di accesso ai benefici per i richiedenti tale misura o l’accesso alla pensione anticipata per i lavoratori precoci
Quello delle pensioni è un tema molto caldo nel nostro Paese. Adesso si riaccendono i riflettori sull’Ape volontaria, che consente ai lavoratori con almeno 63 anni, 20 anni di contributi e a non più di 3 anni e 7 mesi dalla pensione di vecchiaia di chiedere di lasciare il lavoro in anticipo rispetto all’età della pensione di vecchiaia. Il decreto che renderà operativo l’anticipo pensionistico volontario è ancora fermo e gli assegni saranno liquidati non prima del 2018
L’Ape social spetta ai lavoratori pubblici e privati con almeno 63 anni di età, purché siano disoccupati che hanno esaurito gli ammortizzatori da almeno 3 mesi; persone che assistono il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap grave; invalidi civili almeno al 74%; dipendenti che svolgono da almeno 6 anni (negli ultimi 7) in via continuativa un lavoro particolarmente difficoltoso o rischioso
Novità sul fronte previdenziale per le donne. Dal 2018 le lavoratrici del settore privato andranno in pensione alla stessa età degli uomini: 66 anni e 7 mesi. A dire il vero non si tratta di una vera e propria novità. Lo scatto, infatti, è previsto dalla riforma Fornero. Ma i sindacati chiedono al governo di rivedere quanto al momento stabilito
Con la firma del Dpcm sull’Ape volontaria da parte del presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, è stato dato ufficialmente il via all’attesa misura. Vediamo, nel dettaglio, come funziona
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