Un colpo di scena dell'ultimo momento ha cambiato le carte in tavola per quanto riguarda la rivalutazione delle pensioni 2023. La manovra del governo Meloni, infatti, ha modificato ulteriormente le fasce per la perequazione previste per sabilire gli aumenti tra il 2023 e il 2024. Scopriamo come cambia il meccanismo di adeguamento al costo della vita con le ultime notizie e le novità in merito
In attesa della “vera” riforma delle pensioni e per non tornare di colpo alla riforma Fornero, il governo sta pensando ad una nuova “quota ponte” per le pensioni. L’ha spiegato in una intervista il sottosegretario al lavoro, Claudio Durigon. Si tratta della cosiddetta "quota 103”; ecco di cosa si tratta
Non lavorare a tempo pieno ha pro e contro, anche se non sempre è una scelta. Vediamo cosa prevede la normativa in tema di calcolo della pensione per lavoro part time (età pensionabile e ammontare dell’assegno pensionistico)
Il calo del Pil e quello dell’indice dei prezzi al consumo, uniti all’aspettativa media di vita, potrebbero contribuire a far rivedere al ribasso gli assegni delle pensioni nel 2021. Vediamo quale scenario potrebbe aspettarci
A partire dal 2019 gli anni necessari per poter accedere alla pensione di vecchiaia saranno 67, dopodiché i requisiti per la pensione rimarranno fermi fino al 2022. Questo significa che, dopo lo scatto del prossimo gennaio, non ci sarà un nuovo adeguamento per il 2021
Dal 1° gennaio 2018 aumenta il requisito di età richiesto per la pensione di vecchiaia delle lavoratrici dipendenti e autonome. Per le prime si parla di un anno, per le seconde di sei mesi.
A luglio arriva la quattordicesima per i pensionati. Con il messaggio n. 2459 del 20 giugno 2017, l’Inps ha fornito un riepilogo dei requisiti anagrafici, contributivi e reddituali richiesti per l’accesso al beneficio
La pensione anticipata quota 41 si può ottenere con 41 anni di contribuzione, anziché con 41 anni e 10 mesi, requisito ordinario valido per le donne, o 42 anni e 10 mesi, requisito valido per gli uomini. Per gli uomini dunque lo “sconto” è pari a 1 anno e 10 mesi, per le donne a 10 mesi
Si attende il 1° maggio per il debutto dell’anticipo pensionistico (Ape). Ma se per la partenza dell’Ape sociale sembra non esserci problema, per l’Ape volontario ci potrebbe essere un posticipo dovuto alla messa a punto della piattaforma informatica, necessaria per far interagire le domande degli interessati, il prestito erogato dalle banche che aderiscono all’iniziativa e l’Inps. Nell’attesa dell’avvio ufficiale, vediamo le soluzioni alternative per andare in pensione prima del tempo
La previdenza è uno dei tasti dolenti per l’Italia. Secondo quanto emerso dall’ultimo osservatorio sulle pensioni, l’Inps sta erogando oltre 18 milioni di pensioni, nel 63,1% dei casi sotto la soglia di 750 euro e le donne incassano meno degli uomini
Manca ormai poco all’avvio dell’anticipo pensionistico, il cui debutto è previsto per il 1˚ maggio 2017 e l’Inps non vuole farsi cogliere impreparato. Così è pronto ad attivare sul proprio sito web dei simulatori “per aiutare i cittadini a capire che cosa comporta la scelta dell’Ape e poter quindi fare scelte consapevoli”, come ha spiegato il presidente dell’Istituto nazionale di previdenza, Tito Boeri
Se per la grande maggioranza dei lavoratori il sistema retributivo per il calcolo delle pensioni ha lasciato il passato a quello contributivo (molto meno oneroso per le casse dello Stato), la cosa non vale per chi ci ha governato. I circa 2600 vitalizi pagati annualmente agli ex parlamentari costano allo stato ben 193 milioni di euro. Se si pagasse con il contributivo, secondo i calcoli dell'Inps, si risparmierebbe circa il 40%
Novità sul fronte previdenziale. Più precisamente sulla “busta arancione”, ossia la simulazione con la quale è possibile conoscere l’importo della futura pensione. Il presidente dell’Inps, Tito Boeri, ha fatto sapere che solo una piccola parte verrà spedita entro Natale
Si parla ancora di previdenza. Il rapporto sulle misure contenute nella legge di Stabilità di competenza della Commissione presieduta da Maurizio Sacconi è stato approvato dalla Commissione Lavoro di Palazzo Madama. Un testo che illustra i principali capitoli sui quali sarebbe opportuno intervenire con apposite modifiche. Vediamo quali sono le proposte e quali ambiti interessano
In attesa di scoprire cosa ha intenzione di fare il governo sul fronte previdenziale, è bene ricordare che esistono strumenti tramite i quali mettere insieme il maggior numero di anni utili per raggiungere i requisiti minimi e accedere alla tanto desiderata pensione. Si tratta del riscatto, del cumulo, della ricongiunzione e della totalizzazione
A dare il definitivo addio alla flessibilità in uscita sul fronte delle pensioni sono arrivate le parole del ministro dell’Economia, Per Carlo Padoan. Intervistato da Sarah Varetto su Sky, Padoan ha detto: “Il principio della flessibilità in uscita per chi va in pensione è giusto, va valutato in termini di meccanismi e coperture. Ma per il momento non è all’ordine del giorno della legge di Stabilità”
Si lavora alla riforma delle pensioni e lo si fa pensando di reintrodurre un certo grado di flessibilità. A confermarlo il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, che ha anche aggiunto: “Non deve essere per forza a costo zero”
Quello relativo alla riforma delle pensioni è un tema caldo. Si parla di flessibilità in uscita e si attendono le mosse del governo. Nel frattempo, le ipotesi sul tavolo sono quattro. Andiamo a scoprirle
Dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato le mancate indicizzazioni, prendono finalmente il via il 3 agosto i rimborsi delle pensioni Inps. I pensionati interessati sono coloro che nel 2012 pecepivano un assegno mensile lordo compreso tra i 1406 e i 2895 euro.
Il 1° agosto partono i rimborsi per i pensionati che si sono visti congelare gli assegni dalla norma della Legge Fornero contenuta nel “Salva Italia”. La restituzione sarà parziale, con quote variabili a seconda del livello della pensione rispetto al minimo
L'Inps ha spiegato perché sul cedolino della pensione di agosto non è riportato il conguaglio derivante dalla presentazione del modello 730/2015
Nel primo semestre del 2015 è stato registrato un deciso aumento della quota di pensioni di anzianità/anticipate erogate dall’Inps. A renderlo noto lo stesso Istituto di previdenza tramite il nuovo osservatorio “Monitoraggio flussi pensionamento – decorrenti”
Una sforbiciata sull’assegno che va dall’1,35 al 2,50 per cento. Si amplierà ancora, dall’anno prossimo, la differenza tra chi è andato già in pensione, soprattutto quando era in vigore il sistema retributivo, e chi ci deve andare.
Quasi 800 euro per le pensioni pari a tre volte il minimo. Arrivano i calcoli dell'Inps a delineare fino all'ultima cifra i rimborsi determinati in seguito alla sentenza della Corte Costituzionale, che ha ritenuto illegittimi i blocchi del 2012 e 2013
Il decreto del governo sui rimborsi delle pensioni ha stabilito che venga restituito il 12% di quanto effettivamente perso dai pensionati. Questo vuol dire che la fascia di coloro che hanno assegni tra 1.500 e 2.000 euro (quindi tra le tre e le quattro volte il minimo) riceverà i due terzi circa delle risorse. Non sono previsti risarcimento agli assegni oltre i 3mila euro lordi
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